Proteste degli studenti e risse tra gruppi, che succede ai ragazzi? Ne parliamo con il prof Ivo Lizzola
Cosa sta succedendo ai nostri ragazzi? Ci sono studenti che riempiono le strade chiedendo sicurezza nelle scuole e nei luoghi dove fanno gli stage e pretendendo di aver voce nelle scelte che li riguardano e ci sono adolescenti che si riuniscono per fare risse o bravate. Ne parliamo nel video con il professor Ivo Lizzola, docente di Pedagogia sociale e Pedagogia della marginalità e della devianza presso l'Università di Bergamo.
Il mondo degli adolescenti è in fermento. La loro carica emozionale ribolle e dopo due anni di pandemia vogliono tornare a dire la loro, nel bene e nel male. Troppo spesso ignorati dalla politica e dalle istituzioni, migliaia di studenti da giorni manifestano chiedendo di poter contribuire alle decisioni che li riguardano e sollecitando maggiore sicurezza nei luoghi dove svolgono l’alternanza scuola lavoro. Una triste necessità, dopo la morte di Lorenzo Parelli, 18 anni, avvenuta in fabbrica l’ultimo giorno di stage gratuito. Una richiesta di attenzione che in qualche caso non abbiamo saputo nemmeno ascoltare, come nel caso delle manganellate che hanno ricevuto a Torino.
Nelle stesse date in cui di mattina ci sono i cortei studenteschi, con l’arrivo dell’oscurità leggiamo di risse tra gruppi di ragazzi, di bravate eclatanti, come quella di prendere a sassate un tram mentre un amico fa le flessioni sui binari, com’è successo l’altra sera a Milano.
Cosa sta succedendo ai nostri figli? Cosa ci stanno chiedendo, al di là delle proteste? Come possiamo essere loro vicini? Ne parliamo con Ivo Lizzola, docente di Pedagogia sociale e Pedagogia della marginalità e della devianza presso l’Università di Bergamo.