Pace giusta e questione palestinese
Anche se rimossa nella discussione della politica internazionale la questione palestinese resta centrale per realizzare un percorso di pace nella giustizia a livello mondiale. Il messaggio da conoscere dopo la Giornata Onu di solidaietà con il popolo palestinese. Così il segretrario generle delle Nazioni Unite, Antonio Guteress: «Sono profondamente rattristato dal numero crescente di civili palestinesi che hanno perso la propria vita nella spirale di violenza che sta travolgendo la Cisgiordania occupata. Ogni vittima alimenta la paura e la violenza. Esorto tutte le parti coinvolte a prendere provvedimenti immediati per ridurre le tensioni e spezzare questo ciclo di morte».
Ha avuto come al solito poco risalto la ricorrenza del 29 novembre dedicata dall’Onu alla Solidarietà con il popolo palestinese dato che in questa data nel 1947 l’Assemblea Generale dell’ONU adottò la risoluzione 181 (II), poi conosciuta come la “Risoluzione della Partizione”. Tale risoluzione conteneva disposizioni per la creazione di due stati in Palestina, lo “Stato Arabo” e lo “Stato Ebraico”, con Gerusalemme posta sotto giurisdizione internazionale separata. Dei due stati contenuti nella risoluzione, solo uno oggi, Israele, ha visto la luce.
Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha ribadito che «La posizione delle Nazioni Unite è chiara: deve avanzare la pace, l’occupazione deve finire. Siamo fermi nel nostro impegno a realizzare la visione di due Stati, Israele e Palestina, che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza, con Gerusalemme come capitale di entrambi gli Stati. Insieme, riconfermiamo il nostro supporto al popolo palestinese nella loro ricerca per ottenere i propri diritti inalienabili e costruire un futuro di pace, giustizia, sicurezza e dignità per tutti».
Il comitato italiano Assisi Pace Giusta, di cui fa parte anche la Fondazione e il Centro Giorgio La Pira, si è rivolto ancora una volta al Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo italiano per chiedere che «si riconosca lo Stato di Palestina per avviare una politica di pacificazione nell’intera regione medio-orientale. Il riconoscimento dello Stato di Palestina, al fianco dello Stato d’Israele non sarebbe la fine del conflitto, ma diventerebbe la base per far sedere al tavolo del negoziato i due Stati ed affrontarlo con pari dignità, legittimità, autorevolezza le due parti: due Stati sovrani che con la cooperazione e l’assistenza delle Nazioni Unite dovranno risolvere le questioni rimaste in sospeso e costruire la convivenza, la sicurezza comune, il rispetto di tutte le comunità, religioni e minoranze presenti nei due Stati».
Foto Ap di Archivio su scene di vita quotidiana in Palestina