Alimentazione

La confusione delle etichette sui cibi

Cosa significa: "da consumarsi preferibilmente entro"?

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A date is stamped on a container of Kimchi, Sunday, Aug. 21, 2022, in Chicago.  As awareness grows around the world about the problem of food waste, one culprit in particular is drawing scrutiny: “best before” labels. Manufacturers have used the labels for decades to estimate peak freshness. Unlike “use by” labels, which are found on perishable foods like meat and dairy, “best before” labels have nothing to do with safety and may encourage consumers to throw away food that’s perfectly fine to eat.  (AP Photo/Charles Rex Arbogast)
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In tutto il mondo cresce l’attenzione sul problema dello spreco alimentare. Tra le motivazioni di questa abitudine sbagliata, sotto accusa sono le etichette che troviamo sui cibi confezionati: in particolare la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro“.

Questa etichetta è usata da decenni dai produttori per indicare il picco di freschezza dell’alimento, mentre non ha nulla a che fare con la sicurezza. Il risultato però è che noi consumatori appena passa questa data buttiamo via il prodotto, che invece sarebbe ancora perfettamente commestibile. Solo per carne e latticini la data di scadenza è particolarmente importante.

Purtroppo le etichette usate sono tante (“gustare entro”, “usare entro”, “meglio entro”, ecc.), per cui la confusione tra i consumatori è massima. Il dibattito è “caldo” soprattutto negli Usa.

Ancora non c’è uno standard internazionale, ma si sta lavorando per avere solo due etichette: una che indichi la data del picco di freschezza (per cui il cibo si può consumare anche successivamente), un’altra invece che indichi la data dopo la quale il prodotto è effettivamente pericoloso.

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