India, la festa del Diwali
Solo qualche decennio fa la parola Diwali era pressoché sconosciuta in Europa. Ormai, anche in Italia si celebra questa festa soprattutto da parte delle molte comunità provenienti dall’India sparse sul nostro territorio
Grazie alle foto di Ap abbiamo la possibilità di gettare lo sguardo su una parte del mondo che appare lontano e,invece, è molto vicina anche alla cultura occidentale con la presenza di numerose comunità asiatiche.
Come ha detto su Città Nuova, Ravindra Chheda il Diwali è in assoluto una delle feste maggiormente festeggiate nel mondo. Non solo perché l’induismo è la terza religione del pianeta in quanto a numero seguaci (circa un miliardo), ma anche perché in essa si riconoscono un po’ tutte le religioni presenti nel bacino del sanatana dharma (gianismo, sikhismo e anche buddhismo sono le tradizioni nate in India che si definiscono “dell’ordine universale”). Ricordo una toccante cerimonia per il Diwali, tenutasi all’interno del Tempio d’Oro dei sikh ad Amritsar nel Nord India, nel cuore dello stato del Punjab.
Decine di migliaia di persone di ogni religione, soprattutto sikh, seduti attorno alla piscina al cui centro sorge in tempio. Ciascuno fra le mani teneva una lampada accesa. Il silenzio profondo era rotto solo da una tipica musica sacra indiana che invitava alla meditazione e faceva quasi toccare con mano la presenza di Dio. Un ricordo difficile da cancellare dalla memoria per l’intensità religiosa e spirituale sperimentata.
Il senso di questa festività è spiegato molto chiaramente nel sito dell’Unione induista italiana (Sanathana Dharma Samgha). È una ricorrenza che coinvolge profondamente la comunità induista in tutto il mondo. Il suo nome, che significa “fila di lucerne”, allude alla luce come simbolo del bene e della sua vittoria sulle forze del male simboleggiate dalle tenebre. In un Paese multireligioso e multietnico come l’India, è una tra le molte festività e ha il potere di avvicinare e unire milioni di persone appartenenti a tradizioni religiose differenti, tra queste quella induista, sikh e jainista. Ci si scambiano regali, si avviano nuove attività commerciali, si festeggia l’amicizia, l’amore fraterno, la luce dissipatrice dell’ignoranza. Per celebrare il Dipavali, tradizionalmente si compongono delle decorazioni a terra, chiamate kolam o rangoli, attorno alle quali si pongono delle piccole lucerne (dipam) o dei lumini. Si preparano inoltre dolcetti tipici da condividere in uno spirito di festa che coinvolge tutta la comunità. Le strade si riempiono di luci e colori, e il cielo è inondato di fuochi d’artificio. Si onora il divino nella forma della madre divina Lakshmi, espressione della luce, della generosità e della prosperità. (https://www.dipavali.it/)