Da gennaio prende il via l'”UNITY Mark”
Nuova Global Foundation lancerà un segno di riconoscimento globale per le imprese, i media e gli individui che dimostrino che il loro lavoro e contenuti contribuiscono a costruire un mondo migliore e più unito.
Durante la Conferenza dell’Unità (Unity Conference 2021) svoltasi lo scorso 30 novembre sotto il titolo “Creare nuove strade per l’inclusione in un mondo diviso”, è stata presentata la Fondazione Nuova Global, nata sulla visione di Chiara Lubich dell’unità come un segno dei tempi.
L’obiettivo è quello di lavorare collettivamente per influenzare l’opinione pubblica e i leader politici verso una nuova cultura globale che miri a costruire un mondo unito e di pace, basato sulla riconciliazione e sul dialogo. In questo modo si intende raccogliere idee e soluzioni per una crescita globale inclusiva, sostenibile e dignitosa per tutti. Per realizzarlo, la piattaforma conta sui media, mettendo insieme la rete mondiale di riviste e case editrici di Città Nuova, presenti in 42 Paesi di 5 continenti. «Chiara Lubich creò Città Nuova costruendo unità attraverso i media», ricorda Stanislav Lencz, direttore generale di Nuova Global Foundation, e spiega che per la prima volta si può coordinare l’impatto globale delle edizioni locali.
Anche la presidente del Movimento dei Focolari Margaret Karram sottolinea l’importanza data da Chiara all’impegno nel campo della comunicazione, e riporta le sue parole nel suo discorso durante l’Unity Conference: «La vocazione collettiva di tutti gli aspetti dei media è evidente: è aiutare le persone a vivere insieme in armonia». Karram, inoltre, evidenzia tre aspetti fondamentali della testata Città Nuova: l’invito ad avere uno sguardo positivo, lo spazio per il dialogo e la crescente collaborazione; e afferma che questa deve essere un veicolo perché «l’amore reciproco tra le persone dia vita a reti di fraternità in tutti gli ambiti della vita sociale e civile».
Questa organizzazione istituita dal Movimento dei Focolari utilizza dunque quattro strategie per raggiungere l’unità: rafforzare le Città Nuova, costruire una rete globale, creare una nuova piattaforma multimediale per i leader globali e stabilire una fondazione globale. A questo fine, è fondamentale unire su una stessa piattaforma le organizzazioni mediatiche e i progetti giornalistici che affrontano le sfide globali nella prospettiva dello sviluppo umano integrale e del bene comune, e portare a termine una raccolta fondi di dieci milioni di dollari annui per supportare questi media e coordinare i progetti globali.
In quest’ottica, la Fondazione concederà il riconoscimento UNITY Mark agli individui, organizzazioni e società mediatiche che attraverso i loro contenuti, campagne e newsletter contribuiscano positivamente a formare un mondo unito. La registrazione rimarrà aperta da gennaio a marzo, seguita da brevi colloqui che si svolgeranno a marzo, prima dell’annuncio a giugno dei vincitori.
Nuova Global Foundation intende così conformare una classe globale di leader e responsabili del cambiamento, partendo da quattro pilastri: l’economia (presentando idee plausibili e prove che un’economia basata sull’inclusività, sulla fraternità e sul pianeta può funzionare), la politica (condividendo storie ed esempi di persone in politica che camminano verso la costruzione di un mondo unito), le religioni (in un progresso innovativo delle religioni che si uniscono per il bene comune) e l’istruzione (per mostrare come una forma di istruzione inclusiva e rispettosa della diversità sia benefica per l’uomo e per lo sviluppo sostenibile).
Il Presidente di Nuova Global Foundation Federico Vescovini, un imprenditore italiano di successo da oltre vent’anni nel settore automobilistico, considera che la Conferenza dell’Unità «non sono semplici parole ma azioni concrete per un mondo unito», e aggiunge che «questo progetto di Nuova Global è ambizioso, perché la fondatrice, Chiara, è sempre stata ambiziosa per l’unità».
La Conferenza stessa è diventata portavoce di questo lavoro intrapreso dalla Fondazione. Nel suo corso trovano spazio diversi change-makers per l’inclusione economica, l’emancipazione femminile e il cambiamento climatico.
Nell’ambito economico si sviluppa il progetto di economia inclusiva, secondo il quale si cerca di coinvolgere le aziende di tutto il mondo nella riprogettazione della propria attività commerciale per ridurre le disuguaglianze e generare un impatto sociale positivo. Infatti, Nuova Global ha iniziato a misurare i dati e a tracciare i progressi del mondo in questo senso attraverso il Rapporto sull’Economia Inclusiva.
In quest’analisi vi sono cinque indicatori che mostrano il grado di inclusione economica e di crescita inclusiva: l’occupazione, l’assistenza sanitaria, le imprese, l’istruzione e la diversità delle persone. Secondo i dati ricavati dal rapporto 2021, più del 50% della popolazione totale non ne ha un acceso equo ed inclusivo.
Durante la Conferenza, l’economista Réka Szemerkényi, stratega per gli affari internazionali e membro del consiglio di Nuova Global, spiega che «molti economisti ed esperti di sviluppo in tutto il mondo tendono ora a concordare sul fatto che lo sviluppo è possibile in modo sostenibile», e sostiene che la priorità adesso è plasmare l’era della post-globalizzazione a partire dalla collaborazione a tutti i livelli, in vista di un tutt’uno, per raggiungere politiche sostenibili a lungo termine. Szemerkényi conclude affermando che «vale anche la pena cercare le buone notizie, le “migliori pratiche”, un modo per sviluppare un “nuovo design”».
In questo contesto, due storie di vita servono di ispirazione. Una è quella di Olayemi Keri, fondatrice di Rising Tide Africa (Nigeria), un movimento femminile avviato con l’obiettivo di aumentare la partecipazione delle donne agli investimenti e promuovere l’istruzione e il tutoraggio delle investitrici in tutta l’Africa.
L’altra storia è quella di Elizabeth Wallin, fondatrice del progetto Lia e direttore amministrativo di Groundwork Indy, incentrato sulla ridistribuzione delle risorse e sul far sentire la voce di coloro che sono direttamente colpiti dalle disuguaglianze sociali. Nello specifico, Wallin è impegnata nel costruire comunità resilienti, inclusive ed eque a partire dall’accompagnamento a donne colpite dal sistema giudiziario.
Per quanto riguarda il cambiamento climatico, Richard Tantoco, COO di Energy Development Corporation (EDC), −il più grande produttore di energia geotermica nelle Filippine e il secondo più grande al mondo− sostiene che «come famiglia umana, dobbiamo lavorare insieme per prima contenere e poi invertire le emissioni di carbonio», principalmente passando all’utilizzo di energie rinnovabili, una transizione economica «descritta come la più grande opportunità di business degli ultimi cent’anni», puntualizza.
In quest’ottica, Clemens Behr, giornalista della Città Nuova tedesca presenta alcuni esempi di buone pratiche attuate in Germania per ridurre le emissioni dei gas serra, come fissare un prezzo per l’anidride carbonica o investire nello sviluppo di sistemi di accumulo di energia e nella tecnologia dell’idrogeno.
Risulta evidente quindi che per affrontare la crisi climatica ci vuole responsabilità personale e un processo decisionale consapevole, che porti ad un atteggiamento di cura dell’ambiente e della vita, e ad un’economia inclusiva e sostenibile. A proposito di inclusione, il vicepresidente del Movimento Jesús Morán considera che questa è la chiave di Nuova Global Foundation, nella ricerca di un antidoto alla “cultura dello scarto” che metta gli ultimi al centro dello spazio pubblico.
In conclusione, come sottolinea il Rev. Kyoichi Sugino, consigliere della Fondazione, al centro della missione di Nuova Global ci sono tutte quelle persone che dedicano la propria vita all’innovazione e alla costruzione di modelli inclusivi delle interazioni umane in economia, politica e relazioni interetniche e interreligiose. E l’auspicio è quello di dare forma insieme ad un mondo unito.