Tutto è meglio quando chi ci pensa è Gesù
In mezzo alla desolazione, la volontà di Dio si manifesta per portare vita e pace laddove i piani umani falliscono. Nell’affidarsi si trova anche la risposta
The place Jesus thought of
El lugar que pensó Jesús
Quante volte abbiamo le migliori intenzioni ma facciamo del male con le nostre opere? In quante occasioni abbiamo i nostri programmi perfettamente ideati e all’improvviso si capovolgono come meno avremmo desiderato? In quante circostanze, in mezzo al dolore e alla fatica, quando siamo più frustrati e disorientati, è possibile incontrare Gesù Abbandonato, che ci fortifica e ci redime?
Questa stessa sensazione ha provato Silvia Franco, di Santa Fe, Argentina. Prima di andare in pensione lavorava in un asilo della sua città e ci teneva che il figlio di suo nipote andasse a studiare lì, dato che è un posto vicino alla loro casa e lei vuole bene entrambi. In più, con questo gesto lei voleva trasmettere un segno di speranza al suo famigliare, che si trovava ingiustamente in carcere in attesa del suo processo.
Una serie di avvenimenti impediscono che il bambino possa entrare in quel centro scolastico, la qual cosa causa a Silvia un intenso dolore: «Sono andata davanti al tabernacolo e ho abbracciato Gesù Abbandonato che ho riconosciuto in questa situazione dolorosa. Non lo capivo, ma sapevo che era Lui», racconta. In mezzo alla tristezza, invece, la famiglia trova la pace e si accorge che c’è Qualcuno che veglia per loro e che sa dare loro non quello che vogliono, ma quello di cui hanno bisogno.
Questo racconto è stato pubblicato originariamente sul numero di giugno della rivista Ciudad Nueva Argentina, come parte di un insieme di testimonianze dal titolo “Dolore amato, la chiave della felicità”.