Colombia, austerità in tempo di Covid
Scontri. Il presidente della Colombia, Ivan Duque, ha deciso di ritirare la bozza di riforma fiscale in discussione al Congresso. Ma il problema che resta è quello della disequità
Come riporta l’agenzia Dire «Dopo quattro giorni di proteste di piazza e di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, con almeno 20 vittime tra i dimostranti, il presidente della Colombia, Ivan Duque, ha deciso di ritirare la bozza di riforma fiscale in discussione al Congresso».
Il progetto di riforma fiscale prevedeva l’aumento generale dell’Iva e un incremento delle tasse sui redditi medi. Si ripropongono, nonostante lo stato di pandemia, misure fiscali di austerità destinate ad incidere negativamente sulla parte più povera della popolazione.
Alberto Barlocci su Città Nuova ha messo in evidenza che «in America Latina metà delle entrate statali dipende da imposte come l’Iva, che si abbattono su ricchi e poveri senza distinzione. E se nei paesi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) le tasse sui grandi patrimoni rappresentano l’8,3% del Pil, in America Latina pesano solo per l’1,8%».
L’attivista campesina Olga Chivatá, su twitter, ha invitato i rappresentanti del governo colombiano a provare a vivere con il reddito di un contadino, anche solo per 2 settimane, per capire la distanza abissale che separa le classi sociali agiate dal resto del Paese.
È dunque necessario intervenire nei meccanismi di ridistribuzione del reddito in maniera equa per uscire insieme dalla crisi.
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