Io sono Joy e sono rinata
Joy è stata vittima della tratta e schiava sessuale. Oggi sta concludendo i suoi studi come operatore socio-sanitario e l'anno prossimo comincerà gli studi di psicologia. La storia completa nella rivista Città Nuova di maggio.
Joy è una ragazza di 27 anni della Nigeria. Aveva finito le scuole superiori e lavorava a Sud di Benin City. Non aveva nessuna necessità impellente di andare in Italia. È stata convinta a partire con un inganno da un’amica di famiglia, Imade, una pastora della chiesa pentecostale della sua città. Pensava di andare a fare compagnia alla mamma di Imade, invece, gli hanno rubato tutto: il nome, la dignità, il corpo, l’anima, la libertà, il futuro. Dopo un viaggio allucinante nel deserto, mesi nei lager in Libia (violentate più volte, incinta, costretta ad abortire in Italia) e l’attraversamento del Mediterraneo in un barcone, si ritrova a Bari dove viene, con un secondo inganno, presa dalla mafia nigeriana e portata a Castel Volturno dalla madre di Imade. Vittima della tratta e schiava sessuale sulla via Domiziana. Dopo un anno riesce a scappare aiutata da un amico. Nella questura della Polizia racconta la sua storia e viene affidata a Suor Rita Giaretta di Casa Rut a Caserta. Rinasce a vita nuova. «Sono ritornata ad essere il significato del mio nome: gioia, di vivere, di amare, di donare, d’inventare ogni giorno la vita e la speranza». Un bellissimo libro, “Io sono Joy” scritto da Mariapia Bonanate per San Paolo, drammatico, pieno di disperazione per un olocausto silenzioso che si compie sotto i nostri occhi e denso di speranza perché come dice Joy: «Finché c’è vita si può ricominciare».