“Il possesso non è amore”. Intervista ad Annamaria Spina
Annamaria Spina è un'attrice siciliana, testimonial internazionale contro la violenza sulle donne. È coautrice e protagonista del cortometraggio autobiografico "Sei mia", un racconto di denuncia e prevenzione contro il femminicidio in cui l'attrice narra com'è riuscita a scappare dalla morte quando il suo ex fidanzato tentò di ucciderla. Annamaria Spina ha ricevuto il premio internazionale Livatino e il Premio Giovanni Paolo II per il suo impegno nel sociale. Il suo prossimo progetto artistico: il problema della depressione. Stasera saremo in diretta con lei alle ore 19 sulla pagina Facebook di Città Nuova per parlare dell’alleanza uomo-donna, per una parità affettiva ed effettiva. Interverranno Lucia Fronza, Luigino Bruni, Susy Zanardo e Ivo Lizzola
L’attrice ci rivela in anteprima il suo prossimo progetto: si tratta di una sceneggiatura scritta da lei che narra la storia di una donna che supera uno stato di buio e di ansia attraverso la natura e la fede in Dio. Sarà un monologo teatrale e un cortometraggio in cui Annamaria Spina parlerà di depressione, un fenomeno sociale apparentemente subdolo, ma che secondo le ricerche finora condotte, è aumentato considerevolmente in conseguenza del Covid.
«Si tratta di una un’ansia scaturita da problematiche fondate e concrete», sottolinea l’attrice. Gli studi del Centro di riferimento per le scienze comportamentali e la salute mentale insieme all’Istituto superiore di sanità (Iss) mostrano che la pandemia ha degli effetti negativi sul benessere mentale, e scaturisce in distrubi come episodi depressivi, aumento dei livelli di ansia, disturbi del sonno e altri sintomi legati allo stress. Per contrastare questo impatto, il gruppo di lavoro Salute mentale ed emergenza COVID-19 dell’Iss ha sviluppato un programma con indicazioni pratiche per la tutela della salute mentale.
Ma la pandemia e i periodi forzati di lockdown hanno avuto delle conseguenze nefaste anche in termini di femminicidio. I dati dell’Istat rivelano che tra il 1° marzo e il 16 aprile 2020 le chiamate al numero antiviolenza 1522 sono aumentate del 75% rispetto allo stesso periodo del 2019. In più, nel periodo marzo-giugno 2020, il numero di queste chiamate si è più che raddoppiato, passando da 6.956 a 15.280 (+119,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). «Pensa a chi vive nel contesto di una casa piccola condivisa con un uomo, con un compagno, con un fidanzato del quale ha paura, che deve stare zitta per non subire violenza verbale, violenza fisica… è un’atrocità. La situazione è molto difficile soprattutto in questo periodo» –lamenta Spina. «Se non ci sarà una svolta a livello politico, a livello di legge, non cambierà nulla.»
Annamaria Spina sa di cosa parla perché in passato è stata vittima di violenza. La sua vita è cambiata totalmente quando, a 22 anni, è riuscita a scappare dalle mani del suo ex-fidanzato, che ha tentato di ucciderla. Spina aveva deciso di lasciarlo a causa dei suoi atteggiamenti intrusivi di possesso e gelosia, ma lui non lo accettò, la portò in una strada di campagna e cominciò a picchiarla quasi fino alla morte. Spina racconta che in quel momento di dolore è riuscita a sentire l’amore e la pace di Dio, che l’hanno salvata. Da lì, si è impegnata nel sociale contro la violenza di genere per «dare voce –spiega Spina– a quelle donne che per varie circostanze non possono gridare giustizia al mondo».
«Da quella esperienza tutta la mia vita ha avuto un senso diverso, ho incontrato persone diverse… Quello era il percorso che io dovevo trascorre», afferma con sicurezza l’attrice. Se una cosa ha contraddistinto Spina sin da bambina è la sua forte fede, una fede che la porta a credere fermamente che «è solo attraverso la sofferenza che riusciamo a raggiungere la felicità.» «È difficile che la consapevolezza della vera vita si comprenda in una vita futile, senza sofferenza, senza pensieri, senza meditazioni, senza capire la sofferenza degli altri se tu prima non la trovi. Quindi penso veramente che le sofferenze vengono affinché noi possiamo capire il vero senso della vita», assicura.
Spiega che per far fronte alla piaga della violenza è cruciale la prevenzione culturale. Educare i giovani nell’amore, il rispetto e la non violenza recandosi ai luoghi da loro frequentati: scuole, università, associazioni sportive, e con campagne di sensibilizzazione attraverso i social. Secondo l’artista, bisogna incidere sulle nuove generazioni per cambiare la società, perché gli adulti sono già formati a livello educativo e psicologico e hanno i pregiudizi culturali radicati in loro.
«L’amore è sinonimo di rispetto, nel possesso non c’è rispetto; si può possedere un oggetto, non una donna, un essere umano. Il più alto senso di amore è lasciare libera una persona». È per questo che l’autrice ha voluto intitolare il cortometraggio “Sei mia”, per ricordare che la violenza e il possesso non sono compatibili con l’amore: «Colui che ci ama veramente ci rispetta, il rispetto sta proprio nell’amare l’altra persona, e quindi essere attento a non ferirla, essere attento alla sensibilità della donna, della compagna», sottolinea.
Partendo da questa idea abbiamo lanciato insieme la campagna “Mai dire ‘sei mia’”, per sensibilizzare contro la violenza sulle donne e difendere la dignità e l’integrità di ogni essere umano, sottolineando il fatto che le persone non sono oggetto di possesso in nessun caso.
Inoltre, Annamaria Spina ha ideato un progetto contro la violenza nell’ambito sportivo particolarmente focalizzato nel calcio, essendo lo sport più frequentato in Italia. Attraverso conferenze formative con le scuole e le associazioni sportive sulle tecniche di comportamento in campo, questo progetto vuole educare i ragazzi al rispetto, l’etica e la prevenzione della violenza. In parole di Spina, «prima di giocare in campo occorre insegnare i ragazzi il rispetto verso i compagni di squadra, l’avversario, l’arbitro, il pubblico.» L’attrice è convinta che attraverso lo sport si potrebbe raggiungere veramente la pace nel mondo, perché è una lingua universale.
Stasera, alle ore 19, saremo in diretta con Annamaria Spina sul profilo Facebook di Città Nuova e sul canale Youtube per celebrare iniseme la Giornata internazionale della donna. Sarà un’occasione per dialogare sull’alleanza uomo-donna e l’impegno per una parità affettiva ed effettiva. Interverranno Lucia Fronza, formatrice della Scuola di preparazione sociale di Trento, Luigino Bruni, economista e professore ordinario presso l’Università Lumsa, Susy Zanardo, docente di Filosofia morale presso l’Università Europea di Roma, e Ivo Lizzola, docente di Pedagogia sociale dell’Università degli Studi di Bergamo.
Se hai bisogno di aiuto puoi rivolgerti a:
- centri antiviolenza sul sito del Dipartimento delle pari opportunità
- telefono rosa antiviolenza e anti stalking 1522
- app 1522, che consente alle donne di chattare con le operatrici, o attraverso il sito ufficiale del numero anti violenza e anti stalking 1522
- app YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche
- pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza
- chiamare il numero di emergenza 112: in caso di aggressione fisica o minaccia di aggressione fisica; se si è vittima di violenza psicologica; se si sta fuggendo con i figli (eviti in questo modo una denuncia per sottrazione di minori); se il maltrattante possiede armi.