Maria: modello di fede e vita per il cristianesimo e l’islam
Un corso per incentivare l’incontro tra le culture e le religioni, con la speranza di passare dal dialogo alla collaborazione tramite la conoscenza reciproca
Due anni sono passati da quando papa Francesco e l’imam Shayk Ahmad Al-Tayyeb firmarono il documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune ad Abu Dhabi. Oggi, nel desiderio di incentivare il dialogo interreligioso e la “cultura dell’incontro”, le pontificie accademie intraprendono il percorso educativo su mariologia e studi islamici, intitolato “Maria: modello di fede e vita per il cristianesimo e l’islam”. Promotori la Pontificia Academia Mariana Internationalis (Pami) con la sua Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana (Cmmc), e la Pontificia Università “Antonianum” con la Cattedra di studi mariologici Beato Giovanni Duns Scoto, insieme col Centro islamico culturale d’ Italia e con la Grande Moschea di Roma.
Si tratta di un corso online messo gratuitamente a disposizione di tutti per approfondire temi che legano entrambe le religioni e culture, partendo da un punto comune, che è la figura di Maria. «È un modello che ci può aiutare a dialogare e a conoscerci molto di più», assicura Nader Akkad, imam di Trieste e copresidente della Commissione internazionale Mariana Musulmano Cristiana. «Abbiamo voluto offrirlo alle nostre comunità nello spirito francescano e musulmano, così da contribuire a generare gratuità».
Nell’islam, come nel cristianesimo, Maria è infatti una figura di riferimento. Un intero capitolo è a lei dedicato nel Corano – l’unica donna citata per nome in tutto il libro sacro–, dove si percepisce non solo la sua rilevanza come persona, scelta da Dio tra tutte le donne, ma anche quella della sua famiglia. «È proprio a contatto con i cristiani che abbiamo riscoperto la mariologia islamica e stiamo rivalutando la sua centralità», afferma Akkad.
Cosa intende la Pontificia Accademia Mariana Internazionale nel considera Maria “confine aperto”?
Maria non è chiusa, è una figura viva, che trasmette valori nei cuori delle persone. È la mamma che accoglie tutti, una mamma che ricorda la sofferenza del parto, fa avvicinare al mondo femminile e conoscere l’importanza della donna nella vita dell’essere umano, perché tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di nascere da un grembo; è una mamma che ha partorito… questo ci fa capire molto bene quanto Maria diventi un confine aperto a tutti, che accoglie: il suo manto copre tutti sotto, come ben vediamo in alcune immagini, e questa è una figura molto bella che mette in contatto tutti come fratelli e sorelle.
Come possiamo oggi, nel nostro quotidiano, scegliere di vivere come Maria?
Sicuramente tramite la sua condotta, leggendo la sua storia e capendo il suo modello di vita di allora, sempre nell’attualità. Possiamo comprendere come Maria viveva la sua fede, il suo rapporto con la vita. Cerchiamo di capire il sistema dei valori, il sistema morale, e proviamo a vedere con gli occhi di chi vive oggi, nel XXI secolo, come vivere questa moralità, questa eticità e questo sistema completo di condotta e di azioni. Maria può diventare una fonte per tutti i credenti.
Ci sono degli elementi comuni tra le religioni, ad esempio l’uso del velo, e questo crea una fraternità seguendo il modello di Maria, il velo di Maria. Ricordiamo anche i suoi digiuni: Maria ci ha lasciato un grande insegnamento: non ha voluto rispondere, attaccare le persone che la guardavano con perplessità, ha portato un modello di digiuno di parola lasciando parlare gli altri (Gesù) al suo posto. È un’ispirazione non solo per la condotta ma anche per la spiritualità, che fa capire come le nostre religioni sono molto vicine e possiamo definirle religioni sorelle.
Il copresidente della Cmmc spiega che la missione è quella di portare un “dialogo incarnato”, che cammina, che non rimane solo sulla carta, ma che passa alla pratica, “dal dialogo incartato al dialogo incarnato”. “Il dialogo è un processo dinamico, lungo, che richiede coraggio, fiducia e speranza nell’altro, e che porta alla conoscenza reciproca e alla valorizzazione della diversità”, sottolinea Akkad. Perciò, questo progetto di insegnamento vuole creare quello spazio di incontro. Accademici cristiani e musulmani tratteranno dieci tematiche di interesse comune, tra cui la preghiera, il digiuno e la carità. Un impegno di dialogo dal punto di vista spirituale per contribuire a livello accademico a concretizzare quell’esortazione del Papa e del Grande Imam alla fratellanza umana, di nuovo ricordata nell’enciclica “Fratelli tutti”.
Così, le pontificie accademie e il Centro islamico culturale hanno la speranza che questo diventi un vero vissuto umano, che permetta passare dal dialogo alla conoscenza reciproca, fino alla collaborazione. «È come una collana di perle che, messe l’una a fianco all’altra, permettono di comporre una bella catena di persone capaci di donare parole, e anche gratuità, per portare avanti un progetto comune di fraternità», spiega Akkad.
In questo contesto, mettendo Maria al centro, gli organizzatori auspicano che il corso possa generare dei doni divini, come la fratellanza, la conoscenza, la solidarietà, la carità, il dono di amare i valori, specialmente quello della pace, quello di servire l’uomo, ricordando che l’essere umano è chiamato a realizzare il progetto di Dio sulla terra.
Contatti:
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