Mattarella, crisi sociale e nuovo governo. Il parere delle Acli
Il presidente Mattarella ha affidato un incarico esplorativo a Roberto Fico, presidente della Camera, per verificare la effettiva praticabilità di una maggioranza di governo a partire dai gruppi che hanno sostenuto il Conte 2. Incombe una crisi sociale che ha bisogno di risposte. Il parere sulla crisi di governo e le urgenze del Paese nell'intervista al presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini
Alla fine della giornata del 29 gennaio 2021 il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affidato l’incarico esplorativo a Roberto Fico, presidente della Camera, per verificare l’esistenza di una soluzione della crisi di governo a partire dalla coalizione di maggioranza che sostiene l’esecutivo Conte 2. L’esponente pentastellato, che ricopre l’incarico di terza carica dello Stato, ha tempo per giungere a delle conclusioni entro martedì 2 febbraio. Come ha detto Mattarella «dai colloqui, svolti qui al Quirinale − in queste 32 ore − con le forze politiche e parlamentari, è emersa la prospettiva di una maggioranza politica, composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente».
L’invito è quello di capire in tempi brevi la “effettiva praticabilità” di tale soluzione che prevede una ricomposizione della frattura emersa tra i partiti di maggioranza «per non lasciare il nostro Paese esposto agli eventi in questo momento così decisivo per la sua sorte».
Il presidente della Repubblica ha messo in evidenza che «l’Italia, come tutti i Paesi di ogni parte del mondo, sta affrontando nuove, pericolose, offensive della pandemia, da sconfiggere con una diffusa, decisiva campagna di vaccinazione». Ma a questa emergenza tutti sanno che si aggiungono «una pesante crisi sociale, con tanti nostri concittadini in grave difficoltà, e pesanti conseguenze per la nostra economia. Queste ulteriori emergenze possono essere fronteggiate soltanto attraverso l’utilizzo, rapido ed efficace, delle grandi risorse, predisposte dall’Unione Europea».
Di lotta alla povertà e alle diseguaglianze e di interventi decisivi per una politica del lavoro attiva abbiamo parlato con Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli. Espressione di quella realtà diffusa e organizzata della società civile che chiede la necessità di affrontare con responsabilità questo momento decisivo di definizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Come ha affermato Rossini, il Pnrr riconosce la necessità di rafforzare la rete territoriale dei servizi di istruzione, formazione, lavoro e inclusione sociale: «Le politiche attive del lavoro sono dunque poste al centro, sono decisive. Ma lo sono se esse sono altrettanto accompagnate dalla tutela delle persone». Occorre superare il modello individualista, che dagli anni 80 ha dominato la scena sociale per «promuovere e dar forza a paradigmi più solidali e sussidiari, più creativi e più sociali».