Conte si dimette, nuovo governo o si torna alle urne
Rito delle dimissioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nuova maggioranza per ridefinire il Recovery plan o elezioni
La salita al “Colle” del Quirinale era attesa da tempo ormai e Giuseppe Conte ha, infine, rassegnato il 26 gennaio 2021 le dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Le consultazioni al Quirinale avranno inizio domani, mercoledì 27 gennaio 2021. Il calendario delle consultazioni sarà reso noto attraverso l’Ufficio Stampa». Così recita, con la nota sobrietà l’informazione ufficiale corredata di tutte le cautele necessarie dovute allo stato di pandemia in corso.
Si procederà con la verifica dei numeri in Parlamento per un nuovo incarico allo stesso Conte al fine della costituzione di un governo fondato su accordo politico diverso da quello siglato finora.
In caso negativo potrà essere esplorato un percorso di una nuova maggioranza con un diverso presidente del Consiglio oppure è prevedibile il ricorso alle urne per l’elezione di un Parlamento ridefinito anche nei numeri di deputati e senatori.
La crisi non avviene nonostante la pandemia, ma proprio a causa dell’emergenza in corso ormai da un anno. Sono in gioco i criteri di definizione e gestione dei 209 miliardi di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Di sicuro nella scelta obbligata di conte ha inciso la sicurezza di un voto contrario al Senato sulla relazione sulla giustizia del ministro della Bonafede, ma il colpo di grazia lo ha dato l’incontro del 25 gennaio con la delegazione di Confindustria che ha bocciato ancora una volta il Recovery plan.
Ancora una volta, come evidenziato su cittanuova.it, è necessario entrare nel merito di tali dissidi, senza farsi distrarre da contese personaliste e dalle note di spettacolo di parlamentari sconosciuti che sembrano diventare determinanti per garantire maggioranze instabili.
Il rito delle dimissioni si è svolto in una bella e fredda giornata di sole. Tra saluti militari e macchine di rappresentanza che entrano ed escono dal Palazzo romano, residenza del “papa re” e poi dei Savoia, che si estende per una superficie grande 20 volte quella della Casa Bianca.
I lavori parlamentari sono sospesi tranne quelle delle commissioni intente ad esaminare il Recovery plan che l’Italia deve consegnare entro il prossimo 30 aprile.
Foto La Presse
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