Governo Conte 2, voto decisivo al Senato
Giornata decisiva per il governo Conte nel voto di fiducia al Senato. In Olanda cade il premier Mark Lutte
È previsto per le 20.30 di martedì 19 gennaio 2021 il voto in Senato che sarà decisivo per mantenere in vita il governo Conte 2 che presenterà nella mattina il Piano nazionale di ripresa e resilienza dopo aver ottenuto lunedì 18 gennaio la maggioranza assoluta alla Camera.
In questi giorni si è prestata molta attenzione agli scontri verbali diretti tra Giuseppe Conte e il leader e fondatore di Italia Viva, Matteo Renzi, con prese di posizioni molto dure tra i partiti e nella società. La stampa internazionale si è concentrata, invece, sul merito della polemica incentrata sulle misure dello Pnrr.
Nel suo discorso alla Camera, Conte ha ribadito la scelta a favore di una legge elettorale proporzionale. Materia che dovrebbe convincere quelle forze minori che in Senato si trovano nel gruppo misto. Nel suo intervento, il presidente del Consiglio ha ribadito la fedeltà atlantica del governo e gli ottimi rapporti con Joe Biden che entrerà alla Casa Bianca il 20 gennaio, come a rispondere alle insinuazioni di una simpatia verso la passata presidenza Usa. Significativa è stata anche la citazione degli importanti rapporti avviati con la Cina.
Il voto al Senato è incerto fino alla fine. Colpisce la decisione della senatrice a vita Liliana Segre di muoversi da Milano, nonostante l’età, per assicurare il proprio sì al governo. Il tema dominante resta quello del timore del ritorno al governo di una maggioranza definita sovranista e legata al gruppo antieuropeista dei Paesi di Visegrad. Lega e Fratelli d’Italia reclamano il ritorno immediato alle urne.
Nel frattempo si è dimesso in Olanda, per restare in Europa, il premier Rutte per una vicenda legata allo scandalo per il rimborso degli assegni familiari chiesto ingiustamente a migliaia di cittadini. Mark Rutte, come è noto, è stato la punta più avanzata dei Paesi cosiddetti “virtuosi” restii alle scelte di solidarietà e condivisone adottate alla fine dall’Unione Europea con la previsione del Next Generation Ue e la definizione a livello nazionale dei Piani di ripresa e resilienza.
Foto Ap La Presse