Infermieri: abbiamo scelto la salute, la vita e la cura
Il 12 maggio si celebra la Giornata Mondiale dell’infermiere. Nel 2020 è dedicata anche ai 200 anni dalla nascita di Florence Nightignale, fondatrice dell’infermieristica moderna, ma il nostro pensiero corre ai tanti fronti di contrasto e cura del contagio da Covid 19 dove sono chiamati ad intervenire questi professionisti abituati a non stare sulla ribalta.
Foto La Presse
Si rimanda alla storia dei 4 fratelli infermieri pubblicata su cittanuova.it e riportiamo un brano di una lettera aperta che Laura Brusasco, infermiera del servizio delle cure domiciliari, ha indirizzato, nel pieno dell’emergenza al direttore generale di Asl 3 di Genova dopo la morte della collega Anna Poggi.
«Le chiedo di intervenire riguardo l’insopportabile linguaggio attraverso cui viene narrata questa emergenza e con cui siamo ritratti noi operatori. Sgombriamo il campo da malintesi: non c’è nessuna guerra in atto, così come non ci sono eroi, trincee, nemici, martiri, soldati, campi di battaglia.
Questo va chiarito molto bene perché l’unico scenario in cui ci troviamo è quello della CURA con professionisti che, nonostante le condizioni disastrose in cui versa la nostra sanità, non cessano di prestare la loro opera.
Il COVID 19 non è un nemico da sconfiggere, bensì una malattia da curare con strumenti adeguati: formazione del personale rapida ma di qualità, adeguati mezzi e dispositivi di sicurezza in attesa di cure mediche più certe.
Fossimo in guerra saremmo già stati armati fino ai denti e con le armi più sofisticate di cui siamo produttori ed esportatori. Non si può dire lo stesso dei DPI tanto per fare un esempio.
Siamo nella CURA ma trattati come un’armata Brancaleone di cui ci si può permettere di perdere pedine come soldati che la guerra l’hanno scelta per mestiere. Noi no! Noi abbiamo scelto la Salute, la Vita, la Cura e su questi valori fondanti del nostro lavoro desideriamo rimanere e vi vogliamo al nostro fianco per ribadirlo con fermezza.
La cura dei pazienti passa attraverso la cura che si ha del personale, nella preoccupazione che tutto sia stato garantito affinché infermiere, infermieri e medici vengano preservati come un bene prezioso.
Sicurezza dei luoghi di lavoro e salute delle operatrici e degli operatori…. non vogliamo essere trasformati in martiri perché questa immagine legittima, e a torto, una visione fatalistica in conflitto con il nursing e con la scienza medica.
Con Anna Poggi nel cuore e sulla pelle!».