Coronavirus, Bologna e le campane

Nella città deserta i suoni sono nitidi e chiari. Qualche macchina, per lo più delle forze dell’ordine, qualche autobus, poche macchine. Quasi del tutto assente l’elemento umano che si nota per il vento spostato dalla biciclette dei rider. Nel silenzio della città di Bologna il suo arcivescovo, semplicemente don Matteo, ha invitato tutte le chiese a suonare le campane ogni giorno alle 19 da domenica 8 marzo fino a martedì 17 marzo in contemporanea alla Novena da lui preceduta alla stessa ora. Un suono antico per una unità d’intenti sempre nuova. La città si ritrova in un suono che invita alla preghiera per l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. È un modo per sentirsi vicini gli uni gli altri, per raggiungere con la preghiera invisibile e il suono udibile ogni persona della città.

 

«Maria è la Chiesa madre che non cessa di pregare per i suoi figli – ha scritto l’arcivescovo Zuppi – Per nove giorni vi invito a recitare il S. Rosario ovunque vi troviate, uniti tutti spiritualmente a Lei e tra di noi, unanimi nella preghiera come gli Apostoli con Maria nel giorno di Pentecoste. Chi può, alle ore 19 collegandosi in streaming, si unisca con noi alla preghiera che reciterò davanti ad un’immagine della Madonna di San Luca».

 

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