Vaccini anti Covid 19 e sussulti della Borsa
La ricerca scientifica sui vaccini necessari per arginare la diffusione della pandemia e i notevoli ritorni finanziari attesi dagli azionisti delle grandi società farmaceutiche
Dobbiamo abituarci alle notizie che annunciano successi e fallimenti relativi ai vaccini in preparazione per combattere la diffusione su scala mondiale del Covid 19.
Il conseguente andamento dei titoli azionari delle grandi società impegnate nella ricerca farmaceutiche rappresenta la conferma delle aspettative sui notevoli guadagni attesi dagli azionisti in un sistema che non concepisce la possibilità di non concedere alle imprese private la licenza esclusiva di produzione e commercializzazione del vaccino. E questo nonostante le ingenti risorse pubbliche investite nel campo della ricerca, che dovrebbero orientare la produzione verso l’accesso universale e gratuito ai vaccini come garanzia efficace di salute globale.
La società statunitense Moderna, fondata nel 2010 con sede a Cambridge nel Massachusetts, ha visto lo straordinario aumento del 17% del valore delle sue azione nel mercato borsistico elettronico del Nasdaq dopo aver annunciato di aver richiesto, negli Usa e in Europa, l’autorizzazione d’emergenza alla distribuzione del suo vaccino contro il Covid 19.
La Moderna vede tra i suoi fondatori tre insigni scienziati (Timothy A. Springer , Kenneth R. Chien, Robert Samuel Langer,) assieme a 2 esperti di finanza (Noubar Afeyan e Flagship Pioneering ).
Il loro vaccino dimostrerebbe alti livelli di efficacia oltre al vantaggio di non presentare i problemi logistici di conservazione come quello della rivale Pfizer che richiede il trasporto in sicurezza a 80 gradi sottozero. La Pfizer, anch’essa statunitense, è considerata la più grande società del settore ed è quotata alla borsa di New York.