Spiritualità

Lorena Bianchetti legge la Parola di vita di dicembre

«Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?» (Sal 27 [26], 1). Legge Lorena Bianchetti, popolare conduttrice della trasmissione Rai "A sua immagine"

«Poco dopo la nascita di Mariana i medici le hanno diagnosticato una lesione cerebrale. Non avrebbe parlato né camminato. Abbiamo sentito che Dio ci chiedeva di amarla così e ci siamo buttati nelle sue braccia di Padre», scrive Alba, giovane mamma brasiliana. E continua: «Ha vissuto con noi per quattro anni e ha lasciato a tutti un messaggio d’amore. Non abbiamo mai sentito le parole “papà” e “mamma” dalla sua bocca, ma nel suo silenzio parlava con gli occhi, che avevano una luce risplendente. Non abbiamo potuto insegnarle a fare i primi passi ma lei ci ha insegnato a fare i primi passi nell’amore, nella rinuncia di noi stessi per amare. Mariana è stata per tutta la famiglia un dono dell’amore di Dio che potremmo riassumere in un’unica frase: l’amore non si spiega con le parole».

È quanto accade anche oggi a ognuno di noi: di fronte all’impossibilità di governare tutta la nostra esistenza abbiamo bisogno di luce, anche di un barlume che mostri la via di uscita, i passi da fare oggi, verso la salvezza di una vita nuova.

 

«Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?».

 

L’oscurità del dolore, della paura, del dubbio, della solitudine, delle circostanze “nemiche” che vanificano i nostri sogni è un’esperienza che si sperimenta in ogni punto della terra e in ogni epoca della storia umana, come testimonia questa antica preghiera contenuta nel libro dei Salmi.

L’autore è probabilmente una persona accusata ingiustamente, abbandonata da tutti, in attesa di giudizio. È nell’incertezza per un destino minaccioso, ma si affida a Dio. Sa che egli non ha abbandonato il suo popolo nella prova, conosce la sua azione liberatrice; per questo troverà in lui la luce e riceverà riparo sicuro e inattaccabile.

Proprio nella consapevolezza della sua fragilità si apre alla confidenza con Dio, accoglie la sua presenza nella propria vita e attende con fiducia la vittoria definitiva sulle strade imprevedibili del suo amore.

 

«Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore?».

 

È questo il momento opportuno per riaccendere la nostra fiducia nell’amore del Padre, che vuole la felicità dei suoi figli. Egli è pronto a caricarsi delle nostre preoccupazioni[1] in modo che non ci ripieghiamo su noi stessi, ma siamo liberi di condividere con gli altri la nostra luce e la nostra speranza.

La Parola di Vita, come scrive Chiara Lubich, ci guida nel cammino dalle tenebre alla luce, dall’io al noi: «[…] È un invito a ravvivare la fede: Dio c’è e mi ama. […] Incontro una persona? Devo credere che attraverso di lei Dio ha qualcosa da dirmi. Mi dedico a un lavoro? In quel momento continuo ad aver fede nel suo amore. Arriva un dolore: credo che Dio mi ama. Arriva una gioia? Dio mi ama. Egli è qui con me, è sempre con me, sa tutto di me e condivide ogni mio pensiero, ogni gioia, ogni desiderio, porta assieme a me ogni preoccupazione, ogni prova della mia vita. Come ravvivare questa certezza? […] Cercandolo in mezzo a noi. Lui ha promesso di essere lì dove due o più sono uniti nel suo nome[2]. Incontriamoci allora nell’amore scambievole del Vangelo con quanti vivono la Parola di Vita, condividiamo le esperienze e sperimenteremo i frutti di questa sua presenza: gioia, pace, luce, coraggio. Lui rimarrà con ciascuno di noi e continueremo a sentirlo vicino e operante nella nostra vita d’ogni giorno»[3].

 

[1] Cf. 1 Pt 5, 7.

[2] Cf. Mt 18, 20.

[3] C. Lubich, Parola di Vita luglio 2006, in eadem, Parole di Vita, a cura di Fabio Ciardi (Opere di Chiara Lubich 5; Città Nuova, Roma 2017) pp. 785-786.

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