La notte di Santa Lucia

Il 13 dicembre è la festa di Santa Lucia. È un mistero come mai i siracusani abbiano commissionato nel 1608 a Caravaggio, in fuga da Malta, la tela della loro patrona per la chiesa al porto. Oggi il quadro campeggia nella chiesa di Santa Lucia presso il duomo ad Ortigia.

L’opera è grandiosa: stile scarno, colori essenziali. Un notturno nelle catacombe siracusane. Il muro altissimo, scuro incombe sulla scena, separa la vita dalla morte. A terra, la martire viene sepolta da due uomini  che grandeggiano in primo piano. Il vescovo benedice. Intorno, un coro silenzioso: una vecchia in ginocchio, un giovane in rosso osserva, un uomo piange. Accanto a lui, Caravaggio si autoritrae. Nel vuoto sterminato color mattone, tornano i versi del Manzoni: «..Cessa il compianto:/ unanime s’innalza una preghiera».

È quella del coro, del pittore e nostra davanti alla morte innocente di Lucia, pallidissima e nella più profonda pace.

 

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