Cosa sta accadendo in Iraq?
Come riporta l’agenzia Ansa, «da giorni sono in corso proteste popolari in tutto il centro e il sud dell’Iraq, abitato in prevalenza da sciiti, contro il carovita, la corruzione e la mancanza di servizi pubblici».
Secodo fonti vicine alla Ong Un ponte per… «Prosegue la rivolta in Iraq. Le scuole e le università sono tutte in mobilitazione, il sindacato degli insegnanti ha proclamato lo sciopero a tempo indeterminato.
La repressione continua, sono salite a 74 le vittime e 3.600 i feriti.
Milizie armate filoiraniane hanno annunciato di essere pronte ad intervenire a fianco delle forze di sicurezza e sparato sulla folla a Maisan, milizie sadriste hanno difeso i manifestanti.
I deputati sadristi e comunisti si sono dimessi.
Arresti arbitrari si susseguono nelle case degli attivisti anche in Anbar»
Anche l’associazione Comunità Papa Giovanni XIII si trova sul posto. Ecco la testimonianza che arriva dalla capitale Baghdad: «In questi giorni nessuno esce per strada.
Qui nonostante gli attacchi terroristici, nonostante il clima di guerra degli anni scorsi, c’era sempre stata una serenità. Quasi come se le persone fossero rassegnate a vivere questa condizione di vita. Ma in questi giorni, forse a causa dell’eccessiva reazione del governo alle proteste, sono aumentate le violenze.
Gli iracheni stanno protestando perché vorrebbero una normalità con un lavoro, dei servizi e senza corruzione.
In alcuni quartieri periferici di Baghdad la corrente elettrica arriva solo un’ora al giorno, e poi bisogna affidarsi ai generatori privati. Per avere cinque amper che permettono di usare solo qualche ventilatore bisogna spendere sui 200 euro al mese, e qui chi ha un lavoro dignitoso ha uno stipendio di 300 euro per non parlare di chi al mercato lavora per 3 euro al giorno.
Noi della Comunità Papa Giovanni stiamo lavorando per costruire una casa per i disabili.
Una opportunità, un piccolo segno di speranza».
Foto Ap