Ischia, un anno dopo il terremoto

EPA/ITALIAN CARABINIERI POLICE
I vigili del fuoco recuperano la statua della Madonna dell'Addolorata dalla chiesa del Purgatorio crollata per il terremoto.

Erano le 20.57 del 21 agosto 2017 quando un terremoto di magnitudo 4 scosse l’isola di Ischia, provocando 2 morti, Carmela Balestrieri e Marilena Romanini, 42 feriti, migliaia di sfollati e il crollo di numerose abitazioni. Un anno dopo, molto resta ancora da fare. Resta la solidarietà mostrata dagli ischitani e da persone di tutta Italia e la voglia di riconominciare, senza dimenticare il dolore provato.

«Il terremoto ad Ischia il 21 agosto dello scorso anno – ha affermato il vescovo Pietro Lagnese –  c’è stato veramente. E, seppur circoscritto ad un’area in particolare, neppure è stato una cosa da poco, come qualcuno ha creduto o ha voluto far credere, facendo opera di riduzionismo, adducendo semmai tutta la responsabilità all’annosa – seppure reale – questione dell’abusivismo edilizio. Sì, il terremoto c’è stato veramente! Lo sanno bene i familiari delle vittime del sisma, ai quali questa sera in modo particolare va il nostro pensiero; lo sanno bene le famiglie rimaste sepolte per ore sotto le macerie e, per grazia di Dio, estratte vive grazie anche all’instancabile lavoro degli uomini dei Vigili del fuoco e della Protezione civile e di tutti gli altri soccorritori, cui va ancora la gratitudine e la riconoscenza dell’intera Isola; lo sanno bene quanti hanno perso la casa e il lavoro. Sì, il terremoto – aggiunge il vescovo – c’è stato veramente: e vorremmo che tutti, a incominciare da quanti hanno responsabilità politiche e di governo, ne avessero maggiore contezza perché l’isola d’Ischia, e in particolare le comunità di Casamicciola Terme e Lacco Ameno, al più presto possano ritornare a vivere».

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