Torture

Torture

Evento multimediale

Joseph De Felici – Ferdinando Gatta |Fotografia

Juan Diego Puerta Lopez | regia di tre momenti performativi

 Noemi Colitti | Visual e interazioni sonore con Theremin

 A cura di Barbara Martusciello

Inaugurazione: giovedì 24 maggio dalle ore 18:30 – 22:30

Lanificio Factory, Via di Pietralata 159a, Roma

 

 

> “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (…)” (Articolo 11 della Costituzione Italiana)

 

>“Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.” Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Articolo 5), 1948.

 

>Il reato di tortura viene introdotto nell’ordinamento italiano, recependo così le indicazioni contenute nella Convenzione di New York del 1984. E’ quanto prevede la legge 14 luglio 2017 n. 110, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.166 del 18 luglio 2017.

 

 

Da questi assunti muove l’esibizione espositiva e multimediale Torture, progetto condiviso da diversi artisti e una curatrice, Barbara Martusciello, che riflettono su tematiche sempre tragicamente attuali come quelle della tortura, ancora esecrabilmente esercitata in molte parti del mondo, e sui connessi temi della prevaricazione, della costrizione, della violenza e delle complicità.

 

Joseph De Felici Ferdinando Gatta  ai quali si deve il concept di Torture – partecipano con una serie di evocative fotografie in bianco e nero: allusive nella composizione, che ritrae mani e apparizioni in dissolvenza, ma eloquenti nei titoli (“Diaz”, “Stefano Cucchi”, “Amazzonia”) quelle di De Felici; più emblematiche, silenti e apparentemente poetiche quelle di Ferdinando Gatta, con le sue inferriate contro il cielo e l’assenza dell’essere umano. Il regista e coreografo colombiano Juan Diego Puerta Lopez dirige noti performer in azioni sceniche metaforiche, due delle quali tratte dal suo spettacolo Carne, che lo consacrò al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 2005; Noemi Colitti interviene con un live sound elettronico eseguito anche con il Theremin e proiettando su parete video sperimentali.

 

Tutte le opere e le performances rimandano agli argomenti scottanti che hanno originato l’iniziativa in progress, che prevede nuove fasi e luoghi dove proporsi, dopo l’esordio nel novembre 2014, con la mostra delle fotografie dei soli De Felici e Gatta alla BiASA, Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte-sala della Crociera, all’interno del MiBACT, durante le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra e prima dell’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano. “Per significare il mondo bisogna sentirsi coinvolti” diceva Henri Cartier-Bresson, e questi artisti lo sono a tal punto da palesare il loro atto di denuncia attraverso immagini, suoni, movimenti legati tra loro all’interno di una kermesse corale di forte coinvolgimento visivo ed emotivo. Perché sì, ha ragione Banksy: “Ci vuole del fegato, e anche tanto, per levarsi in piedi da perfetti sconosciuti in una democrazia occidentale e invocare cose in cui nessun altro crede, come la pace, la giustizia e la libertà.”.

 

Giovedì 24 maggio dalle ore 18:30 – 22:30.

Lanificio Factory, Via di Pietralata 159a, Roma

Ingresso libero

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