La morte di Liu Xiaobo

In this image taken from Jan. 6, 2008, video footage by AP Video, Liu Xiaobo looks at documents in his home in Beijing, China. At various times until his final incarceration in 2008, Liu Xiaobo's career as a lecturer, writer and literary critic intersected with China's pro-democracy movement that has been harried at every turn by the repressive powers of the one-party Communist state. (AP Video via AP)

Una guardia di sicurezza e un passante hanno lo stesso gesto di reazione alla morte del premio Nobel per la pace, nel 2010, Liu Xiaobo. Si ritiene che il suo corpo sia stato trasportato dalla periferia di Shenyang nel Nord Est della Cina nella provincia di Liaoning passando per il check point di Shenyang Ovest. Alla notizia della morte del più noto prigioniero politico il giornale pubblicato dal partito comunista ha definito Liu una pedina del mondo occidentale di cui presto svanirà il ricordo. Muore così nell’ospedale di Shenyang, trasferito dal carcere,  il 61 enne eroe di Tienanmen, consumato da un tumore e da una condanna di 11 anni per «incitamento al sovvertimento dello Stato». In una dichiarazione a Repubblica, Perry Link, il professore americano che ha tradotto le sue opere, ha dichiarato: «Pechino l’ha spedito in clinica solo per non vederselo morire in carcere mentre l’Occidente guardava dall’altra parte: troppi interessi ormai in gioco con la Cina».

 

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