Strumento di pace

Displaced Iraqis, fleeing fighting between Iraqi security forces and Islamic State militants, are board a truck before being taken to a camp on the western side of Mosul, Iraq, Thursday, March 23, 2017. (AP Photo/Felipe Dana)
Iraqi civilians walk in a neighborhood recently liberated by Iraqi security forces on the western side of Mosul, Iraq, Wednesday, March 22, 2017. (AP Photo/Felipe Dana)
AP Photo/Felipe Dana
Displaced Iraqi men, fleeing fighting between Iraqi security forces and Islamic State militants, wait for a security check before being transferred to a camp on the western side of Mosul, Iraq, Thursday, March 23, 2017. (AP Photo/Felipe Dana)
Displaced Iraqis, fleeing fighting between Iraqi security forces and Islamic State, wait on the side of the road before being taken to a camp on the western side of Mosul, Iraq, Thursday, March 23, 2017. (AP Photo/Felipe Dana)

Mentre si piangono le persone uccise nell’attentato di una Londra che si è scoperta vulnerabile, le immagini dell’agenzia Ansa/Ap documentano il terrore dei civili iracheni presi in trappola dal conflitto senza fine che si è scatenato in quel Paese a partire dalll’intervento armato del 2003. Diversi osservatori per i diritti umani parlano di centinaia di vittime civili ad opera dai raid della Coalizione a guida statunitense impegnati contro le forze del Daesh.

Le celebrazioni in una Roma blindata del 60° del Trattato istitutivo della Comunità economica europea possono essere l’occasione per rimettere al centro il ruolo di pace che i promotori del sogno europeo avevano coltivato nel buio delle dittature totalitarie. In questo senso la traccia la indicava, sempre nel marzo 1967, Paolo VI nella lettera enciclica Populorum progressio affermando che «la ricerca esclusiva dell’avere diventa un ostacolo alla crescita dell’essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l’avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale». Sempre il papa prendeva di mira le «strutture oppressive, sia che provengano dagli abusi del possesso che da quelli del potere, dallo sfruttamento dei lavoratori che dall’ingiustizia delle transazioni».

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