L’inquinamento non conosce frontiere
Si pensa a quelle steppe gelate come luogo di aria gelida ma salubre. Einvece nella capitale della Mongolia la concentrazione delle particelle pm10 e pm2,5 per metro cubo nell’aria è superiore a venti volte i limiti stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Esiste un serio problema con il processo di industrializzazione in corso, si pensi alla capitale cinese e ai siti produttivi della fabbrica del mondo, ma a Ulan Bator il problema nasce dal riscaldamento privato da misure di gestione pubblica difettose. Alla fine le agenzie invano le immagini di un paesaggio inquinato e le proteste di una popolazione, prevalentemente povera e stremata da condizioni climatiche invivibili. Si possono alzare i muri ma le conseguenze delle scelte errate nella salvaguardia dei beni comuni travalicano le barriere e impongono una nuova responsabilità planetaria.