La moderna classicità di Mitoraj
Rendiamo omaggio allo scultore polacco morto il 6 ottobre, pubblicando una recensione della mostra realizzata a Roma nei Mercati traianei.
«Guardate da vicino, le opere di Mitoraj specie quelle meno grandi lasciano trasparire alle volte quello che mi sembra il limite paradossale di tanti artisti eccezionalmente dotati e talentosi: l'eccesso di bravura. Un'artista che è capace di fare tutto è tentato di fare troppo.
Mitoraj è davvero imperiale nelle opere monumentali. Ma non plagia l'arte romana. Mette una distanza che direi surrealistica o ironica, che rende moderna la sua rilettura dell'arte antica. Mitoraj ci fa vedere il tempo all'opera, ma sembra indeciso sul risultato della sua azione. Se la classicità fosse una religione, direi che Mitoraj è un praticante scettico, quasi un agnostico.
Certe sue statue si screpolano come se stessero annichilendosi; altre si scuoiano come fanno i serpenti, pronte a nuova giovinezza. Vita o morte? L'arte antica sopravvive magari in modo improprio: frammenti si saldano in improbabili chimere. Gambe sono alate. Una mano trattiene per la caviglia una Ikaria acefala. Sorriso, pianto, nostalgia, critica? O tutte e quattro insieme? Ognuno sceglierà per conto suo». Le foto sono di Giuseppe Distefano