Mozart forever
La stagione dell'Auditorium della Conciliazione si è aperta col grande maestro di Salisburgo: non solo la sua musica ma anche le sue lettere, lette da Albertazzi
L’Orchestra sinfonica di Roma ha aperto la stagione all’Auditorium Conciliazione col sommo Amadeus. Nulla di stantio e di solito, questa volta. Ma un grande come Giorgio Albertazzi a leggere brani dalle lettere di Wolfgang, dall’adolescenza alla morte precoce nel 1791, costellate di pezzi orchestrali o canori: Nozze di Figaro, Concerto per piano e orchestra n. 21, Sinfonia n. 40, Concerto per clarinetto e orchestra, Ave verum…Insomma, una passeggiata nell’uomo e nel compositore di stringente vivacità.
Francesco La Vecchia dirige con sostenutezza, l’orchestra segue puntuale, il basso-baritono Davide Malvestio, è ancora in fase di studio, ma promette bene, il coro è preciso e partecipe. Albertazzi naturalmente fa la parte del leone, dopo Mozart, s’intende. Pur anziano, qualche scatto felino lo regala ancora, mattatore della scena com’è. Il pubblico, sempre folto, costellato di giovani, segue l’itinerario dell’Epistolario mozartiano, salendo di intensità, fino a spiccare nell’Ave verum – pagina miracolosa, forse il capolavoro assoluto di Mozart – il volo verso quella dimensione trasumanata, per dirla con Dante, che è dolcezza ineffabile e lieta: l’anima vera di Amadeus.