Mozambico, l’opposizione respinge i risultati della presidenziale

Il principale partito di opposizione del Mozambico, Renamo, chiede alla popolazione di respingere i risultati delle elezioni generali del 15 ottobre
EPA/ANTONIO SILVA

I mozambicani hanno votato il 15 ottobre per le elezioni presidenziali, legislative e provinciali in un clima di forte tensione, tra violenza e sospetti di frode emessi dalla società civile e dall’opposizione. Renamo accusa il governo di violare un recente accordo di pace «ricorrendo alla violenza» durante le elezioni generali di questa settimana e chiede la cancellazione del voto.

Dopo aver contato 830 mila voti, poco più del 6% dei 13,1 milioni di elettori registrati, all’attuale capo di stato Filipe Nyusi, che è alla ricerca di un secondo mandato, viene accreditato quasi il 75% dei voti, secondo i risultati pubblicati dalla Commissione elettorale nazionale. Avrebbe preceduto il suo concorrente Ossufo Momade, il leader del principale partito di opposizione Renamo, composto dagli ex ribelli della guerra civile (1975-1992), accreditato del 20% dei voti, secondo questi stessi risultati.

Momade ha chiesto il «ripristino della verità elettorale negata al popolo mozambicano a causa delle gravi irregolarità che hanno contaminato il processo». Mentre hanno accolto con favore le votazioni «generalmente normali» martedì scorso, ora le principali missioni internazionali di osservatori hanno espresso molte riserve sull’equità e regolarità della campagna e sul conteggio dei voti. Diverse missioni hanno espresso dubbi ad esempio sul numero di iscritti nella provincia di Gaza (sud), dove le Ong locali hanno segnalato la presenza di 300 mila elettori fantasma.

La Renamo ha denunciato urne sparite, delegati di partito arrestati arbitrariamente, intimidazione degli elettori nel giorno del voto. La campagna elettorale è stata caratterizzata da numerosi episodi di violenza alimentati da accuse di frode a beneficio del regime. In questo contesto di violenza denunciato da Renamo, due oppositori sono stati trovati morti sabato 19 ottobre. I corpi pieni di proiettili di Babuca Francisco, una figura di opposizione locale nella provincia di Tete, e di suo marito sono stati trovati sei giorni dopo la loro scomparsa, portando a 10 il numero di omicidi politici dall’inizio della campagna elettorale. Per il partito di opposizione, questo è un segno di un peggioramento delle tensioni più forti dalle prime elezioni multipartitiche nel 1994 e mantenute dal partito al potere.

Il governo e la Renamo hanno firmato un accordo in agosto per la pace e il disarmo, con la “sponsorizzazione” della Comunità di Sant’Egidio. L’accordo avrebbe dovuto porre fine agli scontri, che hanno avuto luogo per più di quarant’anni tra il potere e la ribellione armata. E nella sua visita dello scorso settembre il papa aveva insistito con parole chiarissime sulla necessità di un vero processo di pace nel Paese.

Ma se la sconfitta della Renamo fosse confermata, il piano di pace sarebbe più che mai minacciato. Perché per rinunciare alla negoziazione armata e consentire l’integrazione di questi 5 mila ex guerriglieri alle forze di sicurezza del Mozambico, la Renamo aveva ottenuto l’organizzazione senza precedenti delle elezioni provinciali, con la speranza di una condivisione del potere. Nelle ultime elezioni presidenziali, Nyusi aveva vinto con il 58% dei voti di fronte allo storico leader della Renamo Afonso Dhlakama (37%).

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons