Mozambico: jihadisti attaccano la città di Palma
I terroristi hanno davvero deciso di attaccare in tutto il continente africano. L’est del continente, la costa che si affaccia sull’Oceano Indiano, è stato finora teatro di sporadici attacchi sanguinari e violenti da parte dei jihadisti. Ormai abituati agli sconvolgimenti dei gruppi armati nell’ovest (Burkina Faso, Mali, Mauritania, Niger, persino Ciad e Costa d’Avorio…) da circa un anno diventa sempre più evidente che il pericolo si sta spostando ad est, in Mozambico. Nel territorio di Palma, nel nord del Paese.
I jihadisti hanno lanciato il loro attacco mercoledì pomeriggio 24 marzo, costringendo i circa 75 mila abitanti a cercare riparo nella foresta circostante e i lavoratori di un grande cantiere a rifugiarsi nell’Amarula Lodge, un hotel situato a nord della città.
L’attacco è avvenuto il giorno in cui un’azienda francese aveva annunciato di voler riprendere i lavori di costruzione di un grande impianto per il gas, che dovrebbe essere operativo nel 2024. Total è il principale investitore del progetto, con una quota del 26,5%. Altri sei gruppi internazionali sono coinvolti in questa iniziativa, tra cui l’italiana Eni e la statunitense ExxonMobil.
Le forze di sicurezza mozambicane, seppure in ritardo, hanno lanciato un’offensiva per contrastare i ribelli. Le circa 180 persone, compresi molti stranieri, che erano rimaste intrappolate per tre giorni nell’albergo, sono state raggiunte dai governativi ed evacuate il 26 marzo.
La città di Palma, situata nella provincia di Cabo Delgado, nel nord-est del Mozambico, si trova a soli dieci chilometri da un megaimpianto in costruzione, per lo sfruttamento del gas, di cui è ricca la regione, pilotato dal gruppo francese Total. La città si trova ora nelle mani dei jihadisti che la attaccano da ogni parte, hanno fatto sapere alcune fonti attendibili. “Palma è ostaggio degli aggressori”, ha aggiunto un’altra fonte, aggiungendo che i combattimenti nella zona sono tuttora in corso.
Delle 180 persone, compresi gli stranieri, che erano rimaste intrappolate per tre giorni nell’Amarula Lodge e che erano state evacuate il 26 marzo, alcune sono state successivamente uccise in un’imboscata, ha aggiunto una fonte della sicurezza governativa.
Una persona che lavora per una società appaltatrice della Total ha detto che quando gli elicotteri della security sono arrivati all’Amarula hanno cercato di stabilire “un corridoio per evacuare le persone intrappolate… Ma dopo il tramonto, poche ore dopo, “i ribelli hanno riconquistato il terreno intorno all’albergo”, ha aggiunto.
La città di Palma, affacciata sull’Oceano Indiano, si trova a più di 1.800 km a nord-est di Maputo, la capitale del Mozambico, nella provincia di Cabo Delgado, dove le autorità hanno già dovuto affrontare una violenta insurrezione nel 2017.
Il gruppo jihadista “Daesh-Mozambico, noto anche come Ansar al-Sunna, avrebbe chiesto di aderire a Daesh (Isis, il califfato Islamico) fin dall’aprile 2018, ed è stato riconosciuto come affiliato nell’agosto 2019”, afferma il Dipartimento di Stato americano. Da ottobre 2017, questo gruppo, conosciuto localmente anche come Al-Shabab, “ha ucciso quasi 1.200 civili”, sostiene la fonte statunitense. “Ci sono almeno 2 mila vittime civili e oltre 670 mila sfollati” nella regione di Cabo Delgado, al confine con la Tanzania, ha sottolineato il capo dell’antiterrorismo Usa in Africa, John T. Godfrey.
Secondo un’altra fonte, l’Ong Acled, le vittime provocate dal conflitto conflitto sarebbero almeno 2.600, più della metà civili. Anche per le Nazioni Unite, gli abitanti costretti a lasciare le loro case, sarebbero quasi 700 mila.
Martedì 29 marzo fonti ufficiali dell’Isis hanno rivendicato l’attacco a Palma. I jihadisti affermano di aver ucciso 55 persone “tra soldati mozambicani, cristiani e occidentali” e di avere assunto il controllo della città.
Alcuni lavoratori italiani presenti sul posto sono riusciti a fuggire. La coordinatrice per l’emergenza in Mozambico di Medici senza Frontiere, Sylvie Kaczmarczyk, ha dichiarato: “Un nostro team è arrivato lunedì 29 marzo nella penisola di Afungi, a circa 25 chilometri dalla città di Palma, dove stanno arrivando persone ferite e in cerca di rifugio a causa delle recenti violenze in Mozambico. Siamo in azione per fornire assistenza medica, curare i pazienti ed evacuare i casi gravi. Il principale obiettivo per noi è salvare vite”.