MotoGP, tripletta italiana

Giornata storica per l’Italia delle due ruote a Losail, nella prima gara del Motomondiale: senza Valentino Rossi, vinte tre gare su tre con Bastianini che trionfa in MotoGP, Vietti in Moto2 e Migno in Moto3
MotoGP

È nata una stella o forse tre? In attesa di capirlo, la certezza è che l’era post Valentino Rossi inizia con una tripletta italiana: a Losail, nella prima gara del Motomondiale senza Valentino, l’Italia vince tre gare su tre. I protagonisti di un fine settimana storico sono Enea Bastianini, che trionfa in MotoGP, Celestino Vietti, vincitore in Moto2, e Andrea Migno, primo in Moto3. Gli ultimi due arrivano proprio dalla VR46 Academy, fondata dallo stesso Rossi, mentre il primo sembra assumere tutti i connotati della realizzazione del sogno del compianto Fausto Gresini, morto lo scorso anno a 60 anni: chissà da lassù, nel vedere il proprio piccolo grande team vincere in top class come squadra indipendente, grazie anche all’impegno e alla passione della moglie Nadia Padovani, che ne ha raccolto l’eredità, cosa avrà provato…

Ed è grande gioia per l’Italia, che torna a vincere le tre gare dello stesso GP come non capitava da Misano 2018, con Andrea Dovizioso in MotoGP; Francesco Bagnaia in Moto2 e Lorenzo dalla Porta in Moto3. Inizio più suggestivo non poteva esserci, perché erano 16 anni che il team Gresini non vinceva una gara in top class: l’ultima vittoria fu all’Estoril 2006 con il successo di Toni Elias in volata, 2 millesimi, su Valentino Rossi.

 

La gara

Decisive le scelte delle gomme variegate: tutti i favoriti optano per la soft all’anteriore, mentre dietro optano per la morbida Martin, Miller, Marc Marquez, Pol Espargaro; scelgono la media gli altri. Marquez scatta bene al via, ma il compagno Pol lo passa e va in testa, con Binder terzo e Mir alle sue spalle. Marquez perde due posizioni a favore di Binder e Bastianini, l’Aprilia di Alex Espargaro passa quinta, Marco Bezzecchi chiude la sua gara nella ghiaia, Jack Miller resta ai box per un problema di elettronica e Alex Marquez e Miguel Oliveira rovinano terra. Dopo l’incidente tra Bagnaia e Martin, Bastianini passa secondo e risale su Pol Espargaro: qui arriva un affondo perfetto al 18, con lo spagnolo che resiste oltre misura e va largo, trovandosi terzo. Solo Binder prova a rovinare la festa: si avvicina nel finale, ma resta a distanza.

 

Nomi e volti da ricordare

Se Andrea Migno è ragazzo tanto mite quanto lavoratore, Celestino Vietti è la dimostrazione di quanto con costanza e metodo si possa crescere. Dopo i loro trionfi, Bastianini è riuscito a imporsi su “mostri sacri” come Quartararo, Marquez, Bagnaia e Mir, dove le case motociclistiche di maggiore fama mondiale intendono da sempre primeggiare. Ma in questa giungla di esperienza e tecnologia chiamata MotoGP, vincere con la Ducati clienti del 2021, come fatto da Bastianini, appare impresa da annali. Enea, al suo secondo anno in top class, si rivela ormai maturo, mentre il gruppo di lavoro gestito da Alberto Giribuola (il famoso “pigiamino”, storico capotecnico di Andrea Dovizioso) pare un inno alla competenza di Ducati e alla freschezza della Gresini Racing. Bastianini stringe a fine corsa, emozionatissimo, la famiglia, in primis la propria fidanzata Alice come punto fermo affettivo, ma anche Carlo Pernat, manager “chioccia”.

E poi ci sono soprattutto le lacrime di Nadia Gresini, che aveva già iniziato a piangere a 6 giri dal termine. Sono passati pochi mesi da quando qualcuno pensava: “riuscirà una persona nuova nell’ambiente a raccogliere un’eredità così ingombrante?”. Eppure, grazie a manager come Carlo Merlini ed una base solida di amici sponsor, oltre a piloti di talento come Enea Bastianini, la risposta è affermativa ed emozionante. Anche in un ambiente dove regna la tecnologia, il cuore e la passione non bastano, ma possono fare la differenza. Tra due domeniche si replica, sempre in trasferta a Mandalika, nella lontana Indonesia, su una pista nuova, ma i presupposti per sorridere ancora ci sono tutti, in un momento difficile.

 

Una “festa” con pochi fronzoli

Ora però, ci si gode una sobria festa azzurra: lo dicevano tanti, “attenti alla Bestia”, che con la Ducati 2021 avrebbe potuto sorprendere nella notte del Qatar. Ma è successo davvero: si festeggia con una birra piccola, l’applauso della sua squadra e un bacio ad Alice, poi tutti a dormire, anche perché nel mondo c’è ben poco da gioire. Nella hall del Ritz Carlton di Doha, gli avevano preparato una bottiglia di spumante con attaccato un palloncino bianco, ma nessuno l’ha stappata.

 

Enea, il nuovo volto dell’Italia che vince

Forse, nella mente di Enea c’è ancora anche quel quinto posto a Portimao che 2 anni fa lo consacrò campione del mondo di Moto2. Nella classifica dei trionfi personali ci sarebbe pure il secondo posto ai Campionati nazionali di tuffi, dodicenne, nel 2009: allora guardava ammirato i carpiati di Tania Cagnotto. «Però poi ho scelto la moto. Mi piaceva molto di più»: meno male, aggiungiamo. Grazie anche a papà, Emilio, che con mamma Antonella a Rimini gestisce ancora un banco di biancheria intima al mercato: una volta se lo portò dietro in un negozio di ricambi, quando il piccolo Enea aveva 3 anni… Questo era salito su di una minimoto e non c’era stato più verso di farlo scendere… Di nuovo meno male, ribadiamo.

Poi erano arrivati i tempi della prima pista a Cattolica, le gare in Romagna, quindi la decisione di puntare tutto su quello sport e il titolo europeo della MiniGP70 nel 2011. A 16 anni strinse la mano a quella leggenda del motomondiale, Fausto Gresini, che decise di portarlo nella sua squadra. «Gli devo tutto. Ha sempre creduto in me». Resteranno insieme 4 stagioni, nel corso delle quali Enea vince la sua prima gara mondiale di Moto3 (Misano, 2015), entra a far parte delle Fiamme Oro dopo aver vinto il concorso ma poi è costretto a lasciare la Polizia di Stato: tre suoi “compagni” avevano fatto ricorso al Tar perché si era fatto un tatuaggio (un alieno, una nave spaziale e il suo numero: 33), ma lui si era appellato venendo reintegrato. Nel 2017, con gli spagnoli di Estrella Galizia, stava per perdersi: invece cambia team, poi passa in Moto2 ed esplode nel 2020, quando vince appunto il titolo facendo meglio del più quotato Luca Marini, fratello di Valentino. Un nuovo volto gioioso, nell’Italia dell’era “post-Rossi”, segnata dai riscontri di una guerra inconcepibile.

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