Mostre per il weekend

Dall'esposizione su Alberto di Lenardo a Roma alla collezione Thomas Walther a Torino, passando per Maurizio Galimberti a Milano. Buona visione!
©Alberto di Lenardo_Maggio 1970, Venezia. Gita domenicale con la famiglia

“Alberto di Lenardo. Lo sguardo inedito di un grande fotografo italiano”, a Roma, hub culturale WeGil, fino all’8 maggio 2022. Tra le mostre che consigliamo, questa racconta uno scorcio del passato del nostro Paese attraverso lo sguardo di un autore, Alberto di Lenardo, rimasto sconosciuto fino alla sua morte avvenuta nel 2018. Sono 154 immagini che rivelano uno spaccato di vita personale del fotografo in oltre sessant’anni di attività. Montagne, spiagge, bar, viaggi in auto catturati nei loro colori più vividi e che portano con sé il segno e la bellezza del tempo dove si ritrova la poesia dei sentimenti espressi non a parole ma attraverso la pellicola, per essere fissati in un ricordo, condividendo così quelle stesse emozioni che il fotografo provò nel mostrare le proprie memorie alla nipote Carlotta che ne ha svelato il talento dopo la sua morte. A lei si deve la pubblicazione del volume “An Attic Full of Trains”, della casa editrice londinese MACK, in cui è raccolta una selezione dello sterminato archivio di immagini ereditato dal nonno. Di lui Carlotta di Lenardo racconta: “Mio nonno ha sempre amato fotografare e ha continuato a farlo per tutta la vita. “Era il suo modo di comunicare i suoi sentimenti e gli permetteva di rivelare emozioni che la sua generazione faticava ad esprimere a parole. Le sue immagini riflettono accuratamente la sua serenità interiore, uno stato d’animo che ha sempre cercato di trasmetterci, e allo stesso tempo manifestano la sua costante ricerca di uno scatto rubato e mai banale. Preferiva infatti che i suoi soggetti fossero quasi sempre ignari della macchina fotografica, così da essere spontanei e reali, un puro riflesso del momento. Queste immagini e il modo in cui lui si emozionava mentre le condivideva con me, disegnandole nella sua incredibile e dettagliata memoria, mi hanno fatto innamorare della fotografia e hanno condizionato la mia intera vita lavorativa in questo campo. La fotografia era qualcosa di nostro, qualcosa che lui ed io condividevamo e custodivamo gelosamente”.

mostre

“Uno sguardo sulla nostra storia”, Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini, fino al 1° maggio 2022. Si è affermato grazie alle sue composizioni a mosaico, realizzate con macchine fotografiche istantanee, nelle quali, il soggetto – sia esso una persona o una porzione di città – viene scomposto in numerosi scatti, spesso corrispondenti a diverse prospettive, e ricomposto in una immagine sfaccettata. In questa rassegna, curata da Denis Curti e composta di 30 fotografie di grande formato, Maurizio Galimberti, famoso per i suoi ritratti alle celebrità del cinema, dello sport, della cultura, della società, si confronta con la storia del Novecento, ripercorrendola attraverso i suoi protagonisti, come Giovanni Paolo II, Nelson Mandela, Madre Teresa di Calcutta, e quegli episodi cruciali che ne hanno caratterizzato lo svolgimento, dalla guerra in Vietnam, all’attentato alle Twin towers, alla pandemia di Covid-19. In questo percorso la storia del Novecento è vista attraverso episodi fortemente drammatici, con immagini che in molti casi sono rimaste impresse in ciascuno di noi, ma anche attraverso personaggi, volti e gesti che raccontano la possibilità di sguardo positivo sul reale.

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“Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York”: a Torino, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, fino al 26 giugno 2022. Ci sono alcuni capolavori assoluti della storia della fotografia realizzati dai grandi maestri dell’obiettivo, le cui immagini appaiono innovative ancora oggi. Gli autori in mostra, una nutrita selezione di fotografi famosi e altri nomi meno noti, hanno ridefinito i canoni della fotografia facendole assumere un ruolo assolutamente centrale nello sviluppo delle avanguardie d’inizio secolo. Un fermento creativo che prende avvio in Europa per arrivare infine negli Stati Uniti, che accolgono in misura sempre maggiore gli intellettuali in fuga dalla guerra, arrivando a diventare negli anni Quaranta il principale centro di produzione artistica mondiale. Accanto ad immagini iconiche di fotografi americani come Walker Evans, Paul Strand, Alfred Stieglitz, Edward Steichen, o Edward Weston, e europei come Henri Cartier-Bresson, André Kertész, Brassaï, e August Sander, la collezione Walther valorizza il ruolo centrale delle donne nella prima fotografia moderna, con opere di Claude Cahun, Marianne Breslauer, Berenice Abbott, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jocobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy, Leni Riefenstahl e molte altre. Oltre ai capolavori della fotografia del Bauhaus, del costruttivismo, del surrealismo, troviamo anche le sperimentazioni futuriste di Anton Giulio Bragaglia e le composizioni astratte di Luigi Veronesi, due fra gli italiani presenti in mostra insieme a Wanda Wulz e Tina Modotti.

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