Mostra del Cinema di Venezia. E sono 72!

In programma dal 2 al 13 settembre, nell’incantevole città lagunare saranno i giorni dedicati alla più antica rassegna al mondo di Cinema, madre di tutte le altre, venute a decine  negli anni seguenti
mostra venezia

Settantadue! Questi gli anni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, secondo il titolo ufficiale, in programma dal 2 al 13 settembre. Esso evoca, naturalmente, lo scopo e i contenuti della più antica rassegna al mondo, madre d i tutte le altre venute a decine negli anni seguenti. Tanto per fare un esempio: Locarno, Montréal, Cannes, Berlino e nella nostra Italia, oltre a Torino (seria) Roma (duttile) Pesaro (scientifica), le decine di piccoli centri che ogni estate propongono la loro rassegna di cinema, bene o male.

A Venezia, dopo la lunga gestione Muller – con spiccate preferenze cinesi -, ormai tocca ad Alberto Barbera l’impresa non facile di gestire un festival storico ma in un mondo che cambia repentinamente e continuamente in un pianeta dove tutto  si va  facendo  più vicino e più lontano allo stesso tempo.

Perciò la mostra dell’anno 2015 appare un caleidoscopio dove riversare – ma non confusamente – le tante voci del cinema mondiale, ossia dell’umanità contemporanea, della società globalizzata in cui viviamo. Presenti in concorso molte nazioni, anche se non tutte: Usa, ovviamente, Australia, Canada, Israele, Sud Africa, Cina, Argentina, Messico, Venezuela e Qatar, oltre alle nazioni europee. Certo, pesa la quasi totale assenza dell’Africa, cosa che fa molto pensare…

L’Italia è in concorso con Bellocchio (Sangue del mio sangue), Gaudino (Per amor vostro), Guadagnino (A Bigger Splasch), Messina (L’Attesa), film incentrati sui rapporti d’amore e   di famiglia: vedremo sotto quale ottica.

Ma ci aspettano filmoni come l’anglo-americano Everest – che aprirà il 2 luglio la Mostra – su una tragedia alpinistica con prevedibili grandi effetti speciali e sequenze drammatiche; Black Mass con un Johnny Depp in versione criminale, Non essere cattivo, un western all’italiana di Claudio Caligari, documentari originali come L’esercito più piccolo del  mondo – sulle Guardie svizzere coprodotto dal Centro Televisivo Vaticano! -, e nella sezione Orizzonti lavori dall’Indonesia, dalla Corea, dall’Iran, dalla Nuova Zelanda, dall’India e Giappone, dalla Thailandia,  sulle tematiche più variegate.

Per offrire un’idea dei“numeri”della mostra ne presentiamo una sintesi:

 55 nuovi lungometraggi (21 in concorso, 16 fuori concorso – di cui 9 documentari -, 18 in Orizzonti); 16 Cortometraggi, 20 “Classici” restaurati, di cui 8 documentari sul cinema; Leone d’oro alla carriera  al regista francese Bertrand Tavernier.

E giungiamo alla giuria. Presieduta dal regista messicano Alfonso Cuaròn (autore del film Gravity, 7 Oscar), è composta dal regista turco  Nuri Bilge Ceylan (autore del bellissimo Il regno d’inverno), dal regista polacco Pawel Pawlilowski (autore dell’intenso Ida), dall’italiano Francesco Munzi (9 David per Anime nere), dal taiwanese Hou Hsiao-hsien, dall’attrice tedesca Diane Kruger, dalla regista inglese Lyanne Ramsay, dall’americana Elizabeth Banks. A questa giuria spetta il compito di definire gli otto premi della Mostra.

Ovviamente, continuano gli omaggi: da Orson Welles a Mastroianni, da Mario Del Monaco ad Ingrid Bergman, con occhiate all’Expo milanese.

Grande assente il patriarca De Oliveira, spentosi quest’anno, ultracentenario. Forse a dire che chi fa e vede film vive più lungo degli altri?

 

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