Morti per uranio impoverito

Sono circa cento le vittime provocate dalle operazioni svolte dentro i poligoni sardi. Indennizzi ai familiari e nuove indagini sulla contaminazione del territorio
sindrome di quirra sardegna

Quattro esperti dell’Istituto superiore di Sanità, e tre tecnici della regione Sardegna guideranno la prima indagine epidemiologica sanitaria nei tre poligoni militari sardi di Quirra, in Ogliastra, quello di Teulada, nel sud ovest della Sardegna, e quello di Capo Frasca, nell’oristanese.

La decisione è scaturita nel corso di un workshop, convocato a Cagliari dall’assessorato regionale della Sanità sul tema relativo ai problemi del salto di Quirra. All’incontro era presente anche la commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito, guidata da Rosario Costa, che, insieme ai colleghi, ha visitato per due giorni i poligoni isolani.

 

È stato anche comunicato che saranno indennizzati i familiari dei militari morti per cause legate al servizio svolto e al momento sarebbero novantotto i casi di morte per attività militare riconosciuti dallo Stato ai soldati deceduti. Le famiglie verranno risarcite per un totale di nove milioni di euro: nelle prossime settimane, entro l’inizio del nuovo anno, i corrispettivi dovuti saranno saldati alle famiglie beneficiarie.

«Un risultato positivo – ha affermato Giampiero Scanu, uno dei commissari, – in quanto non è stato semplice arrivare a stanziare i fondi per indennizzare le famiglie. La tenacia dei commissari ha permesso di arrivare al risultato che in tanti speravano: un impegno della Commissione riunitasi 54 volte ma a costo zero. Tuttavia – ha concluso Scanu – in Sardegna tre poligoni sono forse troppi».

Ora prenderà il via l’indagine «ma per avere i primi risultati sullo studio epidemiologico occorrerà almeno un anno – ha detto Loredana Musumeci, direttore del dipartimento Ambiente e Prevenzione dell’Istituto superiore di sanità». Quanto a costi e modalità tutto ancora da definire.

 

Sull’attività del Poligono di Quirra e sulle morti sospette di militari e residenti, proseguono le indagini della procura di Lanusei, che ha già iscritto nel registro degli indagati sei persone: tre alti ufficiali che comandarono il poligono del salto di Quirra tra il 2004 e il 2010 e un docente universitario, che ha effettuato un controllo ambientale nel 2004 per conto del ministero della Difesa, e due chimici, i cui legali nei giorni scorsi hanno chiesto l’archiviazione del caso.

Nel frattempo, sempre su disposizione della Procura ogliastrina, è in corso l’esumazione di salme appartenenti a residenti nelle zone del Poligono per verificare eventuali morte sospette per contaminazione.

Nei giorni scorsi un nuovo caso di agnello nato deforme è stato registrato nella zona del Poligono. L’animale nato con parte del cervello esposto e orecchie molto più lunghe del normale, è stato posto sotto sequestro su disposizione del procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi.

 

In Sardegna la mobilitazione continua con le famiglie riunite in associazione che, una volta al mese, si ritrovano per un sit- in di protesta nel centro di Cagliari. Sono genitori e parenti di militari morti nel corso di missioni all’estero o nei poligoni dell’Isola che chiedono giustizia e chiarezza. Sul sito www.vittimeuranio.com ci vengono proposte testimonianze dirette di possibili vittime della cosiddetta “Sindrome di Quirra”.  In particolare si tratta di casi raccolti negli ultimi tre anni su quattro morti ed una diecina di persone gravemente malate, al momento della denuncia. L’indagine conoscitiva, che partirà a gennaio, dovrebbe dare le risposte attese da tutti.

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