Morire per fame a 34 anni su una panchina

Nel capoluogo lombardo si buttano 5.250 i quintali di pane al mese, 180 al giorno. Solo nelle mense scolastiche sono 140 le tonnellate di cibo che ogni tre settimane finiscono nel cassonetto mentre c'è ancora chi soccombe per gli stenti
barbone sulla panchina

L’hanno trovata sdraiata su una panchina nel parco Alessandrini, zona Ortomercato, precisamente in via Varsavia a Milano. Coperte, cartoni e stracci non sono stati sufficienti a ripararla dalla pioggia, dal freddo, dalla fame. E la morte l’ha raggiunta a soli 34 anni.

M.E.G. era arrivata dalla Romania in cerca di un lavoro, o forse chissà, con già la sicurezza di un lavoro che poi s’è trasformato in niente di certo e con tutto da reinventare. E Milano se l’è inghiottita, nell’anonimato più squallido, trasformandola in una delle centinaia di figure umane che ciondolano sulle sue strade.

Resta comunque la città europea dell’opulenza ancora oggi, nonostante la crisi batta forte anche qui, contro la platea della Scala e i negozi in Galleria Vittorio, sulle vetrine di Via Montenapoleone e di Via della Spiga ma qui si muore di fame e di solitudine nonostante impazzino relazioni governate da facebook e twitter.  Perché M.E.G. è morta di fame, sola, in una notte di pioggia su una panchina, mentre qualche giorno dopo le faceva compagnia un uomo di 37 anni anche lui morto su una panchina dei giardinetti. E in questa stagione non si muore di freddo. 

Eppure poco lontano dall’Ortomercato, a Piazza Velasquez e via Piave, l’Opera San Francesco per i Poveri, fondata nel 1959 dai Frati Cappuccini offre ai poveri assistenza gratuita e accoglienza. Oltre che a soddisfare bisogni primari, con 2500 tra pranzi e cene, 250 docce, 55 cambi d’abito, ogni giorno, offre anche ascolto e protezione. Tanto per citare una delle tante associazioni caritative che operano in città.

Poi ci sono i dati degli sprechi quotidiani dove, dice il sindaco Pisapia, «ogni tre settimane vengono buttate via oltre 140 tonnellate di cibo solo nelle mense scolastiche. E' una situazione che non possiamo permetterci di ignorare». Lo aveva detto alla fine dell’anno passato intervenendo all' Università Bocconi al Barilla Center for Food e Nutrition. E ha continuato: «Non possiamo più accettare un mondo dove c'e' chi e' malato di troppo cibo e chi muore di fame». L'Expo 2015 di Milano che verterà sul cibo dovrà diventare, sul serio, luogo di elaborazione di risposte concrete alle emergenze di un pianeta che, nel 2050 avrà altre 2 miliardi di bocche in più da sfamare. E dovrà farlo, con responsabilità di tutti, in modo più equo e sostenibile.

L'Expo potrà essere una tappa fondamentale della costruzione di quella nuova geopolitica del cibo che dovrà garantire al pianeta una alimentazione sicura nel quadro di uno sviluppo sostenibile. «Lotta agli sprechi e gestione oculata ed equa delle risorse disponibili – per Pisapia – sono le direttrici che ispirano l'azione di Milano per gli anni a venire». Intanto, per tornare al presente, i fornai della Madonnina stimano in 5.250 i quintali di pane buttati al mese in città, poco meno di 180 al giorno. Queste sono le stime attendibili, di quanto pane viene buttato dai centri commerciali, negozi vari, rivendite in città. E, ancor di più, davanti a queste cifre, la morte, a soli 34 anni. M.E.G, come dei tanti altri, non può continuare a lasciarci comunque indifferenti.

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