Morbillo, nessun allarmismo
Lì per lì mi sono preoccupato: sarà vero, dovrò vaccinarmi anch’io? Stavo leggendo sul cellulare la notizia che i nati prima del 1970 dovrebbero farsi vaccinare contro il morbillo come misura di sicurezza. Ma io ho fatto quel vachino da piccolo, ancora ricordo il trauma! Il giorno dopo la notizia opposta alla prima: dovevano vaccinarsi i nati dopo il 1970.
Quanto è facile creare un allarme sociale attraverso i media, in particolare quando l’aria è già carica di pregiudizi e paure sanitarie. Col sottofondo dell’epidemia di listeriosi nel Sud della Spagna durante la seconda metà di agosto (213 casi), lanciare un’altra bomba informativa riguardante la salute, in coincidenza poi con la fine delle vacanze e l’inizio del nuovo anno, sembra quasi una manovra perversa. Se poi si conferma che i primi titoli erano sbagliati, ti viene da dubitare seriamente sulla buona fede di chi ha tessuto la notizia.
Sembra che tutto sia partito da un rapporto della Commissione regionale europea per la verifica dell’eliminazione del morbillo e della rosolia, pubblicato il 29 agosto. Tra le altre informazioni, il rapporto affermava che 4 Paesi (Albania, Grecia, Regno Unito e Repubblica Ceca) avevano perso lo status di Paesi indenni da morbillo, in base ai dati del 2018. D’altra parte, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, durante i primi 7 mesi del 2019 il morbillo nel mondo si è diffuso in modo esponenziale: 364.808 casi, il triplo dello stesso periodo dell’anno scorso, ma la malattia ha colpito soprattutto l’Africa, dove i casi si sono moltiplicati per 10, e alcuni Paesi dell’Asia (Filippine, Tailandia). Al riguardo, il 13 agosto dichiarava Christian Lindmeier, portavoce dell’Oms, che sono vari i fattori per spiegare la situazione, in particolare «la disinformazione e la mancanza di consapevolezza sulla necessità di vaccinarsi». Voleva forse mettere in discussione il movimento anti-vaccino? E per l’Europa confermava che i casi in questi 6 mesi si sono moltiplicati più di due volte (90 mila).
Nel caso della Spagna, considerato Paese “libero di trasmissione endemica” dal 2016, si sono registrati 233 casi di morbillo nella prima metà del 2019, ma secondo il Ministero della salute, si tratta di casi “importati o secondari a loro” facili da controllare. Allora, perché agitare la popolazione? Le informazioni che in questi giorni sono in circolazione dicono che dal 1980 il programma di vaccinazione include l’immunizzazione contro il morbillo, rosolia e parotite per tutti i nati nel Paese. Non è stato così durante il decennio precedente, per ciò i malati di morbillo negli ultimi anni sono stati persone nate negli anni ’70. Durante quel decennio, come conseguenza di un efficace controllo previo della malattia, tante persone non sono state vaccinate e ora abbiamo una generazione non immunizzata contro il virus del morbillo. Eco perché il Ministero della salute consiglia agli adulti tra i 40 e i 50 anni di vaccinarsi se non lo sono stati o non hanno avuto il morbillo.Le stime sono state esagerate di almeno 7 milioni di persone. C’è da preoccuparsi? Dice il dottor Amos José García Rojas, presidente dell’Associazione spagnola di vaccinazione: «È bene ricordare la necessità di vaccinarsi come misura di prevenzione, ma non è necessario generare quest’allarmismo ricordando una raccomandazione stabilita molto tempo fa. La disinformazione ha portato a parlare di un rimbalzo del morbillo, invece di lodare che questa patologia ha una cura e che il suo avanzare nel mondo può essere fermato».