Mondo sospeso

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Tri tri tri… Facevano Tri gli uccelli di Mondo Sospeso. E l’aria profumava di buono a Mondo Sospeso. Strane farfalle e libellule d’oro riempivano il cielo di Mondo Sospeso. Uccelli, farfalle e libellule d’oro. Tri tri tri… – Sono Coan ed abito in città. – Come sei arrivato qui al bosco? Parla con le ninfe Coan, tre splendide ninfe con ali da fata. – Ho camminato… ho camminato tanto… voglio scoprire ogni giorno qualcosa di più su Mondo Sospeso! – Sei un esploratore? – No… sono solo un bambino, ma da grande vorrei diventarlo! Coan ha una penna e un quaderno: li porta sempre con sé e ogni giorno appunta ciò che ha scoperto; quando sarà grande ha intenzione di pubblicare una enciclopedia su Mondo Sospeso… oggi scrive: “NINFE: creature che popolano i boschi e che ne regolano l’equilibrio”. Scende la sera su Mondo Sospeso, e con la sera il buio, e con il buio le stelle (sono più vicine le stelle a Mondo Sospeso…). Coan trova un rifugio, una piccola grotta; non vuole tornare a casa stasera: il bosco è tanto grande e all’alba continuerà ad esplorarlo. Alla luce di una torcia, nel suo quaderno scrive: “FIORI: ho contato dodici specie diverse di fiori, ma forse ce ne sono di più. I miei preferiti sono gialli ed hanno lo stelo lunghissimo”. Chiude il quaderno Coan, spegne la torcia e, lentamente, s’addormenta. Brusco risveglio nel cuore della notte: un incubo ha disturbato il sonno di Coan. Sorpreso, il piccolo, s’accorge che il suo quaderno non c’è più… eppure s’era addormentato poggiandoselo accanto; ma non c’è, è evidente. Abbandona la grotta Coan, e corre fuori, nel buio. Ha un po’ di paura, ma deve vincerla se vuol diventare un esploratore… e poi il quaderno è troppo importante e lo deve ritrovare (chissà forse l’ha preso qualche animale del bosco…). Una luce arancione. Una luce arancione che viene dall’incavo del tronco di un albero. Un enorme albero. Coan vede la luce e raggiunge il tronco: dentro, ripiegato su sé stesso, uno strano vecchietto quasi cieco, con una strana lampada in mano, cerca di leggere, con uno strano accento, il suo quaderno (eccolo finalmente). – Quel quaderno sarebbe mio. – Lo so. – Posso riaverlo? – Veramente, come scrivi qui, in città c’è il mercato della frutta? – Non sei mai stato in città? – No… a dire la verità non ho mai abbandonato questo bosco; anzi, nemmeno questo tronco è la mia casa, sai? Il tronco intendo… – E non sei mai uscito di casa? – Solo stasera perché ho visto una luce nella grotta e mi sono incuriosito… – E nient’altro ti ha incuriosito da quando sei qui? – No: io vengo dal Mondo di Sotto. – Davvero?! Appena avrò esplorato ogni angolo di questo mondo è proprio Mondo di Sotto che voglio visitare! – Non ti piacerebbe: io sono fuggito da laggiù perché era invivibile; ci sono guerre e odio, ma nemmeno un bosco a Mondo di Sotto. Giunto a Mondo Sospeso mi sono rifugiato in questo tronco: avevo paura che uscendo dal bosco avrei incontrato altre guerre, altro odio… Non ci sono né guerre né odio qui! – Lo sto scoprendo adesso… grazie al tuo quaderno che leggo a fatica. – Non può bastarti il quaderno! Devi vedere questo mondo coi tuoi occhi! – I miei occhi vedono male… – Forse è perché non vuoi vedere: lo dico che dovresti seguirmi! E una volta calpestata l’ultima zolla di questa terra potremmo tornare sulla tua. Chi ti dice che le cose non sono cambiate? Chi ti dice che non saremo proprio noi a cambiarle?! È di nuovo giorno a Mondo Sospeso. Un esserino blu e un vecchietto quasi cieco camminano fianco a fianco. Presto un quaderno si riempirà di parole. Presto gli occhi di un vecchio torneranno a vedere.

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