Mondiali: vince la Francia multietnica

La Francia si aggiudica il secondo titolo mondiale della sua storia calcistica. Tra i 19 figli di origini non francesi sui 23 convocati dalla rosa vincente, solo due non sono nati in Francia: si tratta di una seconda generazione di francesi provenienti in buona parte dell’Africa

La Francia si aggiudica il secondo titolo mondiale della sua storia calcistica, imponendosi per 4-2 sulla Croazia nella finalissima di domenica 15 luglio, che pone fine ai Mondiali di calcio di Russia 2018. Un trionfo nel complesso meritato, che vede i transalpini agganciare così Uruguay e Argentina nella classifica dei titoli mondiali vinti.

Generazioni di campioni

Dopo la delusione subita nella finale ai campionati europei di calcio del 2016, persa contro il Portogallo, la squadra di Didier Deschamps si riscatta con un pirotecnico 4-2 ai danni di una Croazia comunque da applausi per giocate e carattere, reduce da un mondiale di altissimo livello. Venti anni dopo il titolo mondiale conquistato in casa contro il Brasile, la Francia agguanta il titolo di regina del calcio al termine di una partita vibrante e combattuta, che ha posto una generazione di giovani talenti dei quali sentiremo ancora a lungo tempo parlare, quella di Mbappe, Pogba, Griezmann, peraltro tutti a segno, contro il sogno nazionale di un Paese di appena quattro milioni di abitanti di vincere un titolo che sarebbe stato storico. Sfuma così probabilmente il sogno di Luka Modric, capitano croato e stella del Real Madrid laureatosi per tre volte consecutive campione d’Europa, di assicurarsi il prossimo pallone d’oro, ma non quello di essere premiato quale miglior giocatore del mondiale. Tanta amarezza per l’ex bimbo bocciato da tanti per il fisico troppo gracile, vissuto tra i traumi di una guerra che lo vide piangere il nonno ucciso e che probabilmente non avrà più mondiali a disposizione, essendo un classe ’85.

La finale

Premiata la squadra più completa, meglio organizzata e più cinica, anche se fino alla fine del primo tempo, malgrado il punteggio dicesse 2-1 in favore dei francesi per un’autorete di Mandzukic e un rigore causato da un goffo tocco di mano di Perisic, la Croazia aveva espresso un calcio migliore per approccio, mole di gioco e occasioni create. Nella seconda frazione di gioco, una Croazia rabbiosa, come spesso agonisticamente con merito nella rassegna mondiale, cercava la rimonta, ma la Francia puniva due volte nello spazio di sei minuti, spegnendone le velleità con i precisi tiri di Pogba e Mbappè, sui quali il portiere Subasic appariva peraltro poco reattivo. Inutile al 69’ la rete del 4-2 grazie alla clamorosa papera del portiere francese, LIoris, che cercando di eludere Mandzukic si faceva comicamente trafiggere. Ben sei reti segnate dunque, tra pregevoli giocate e un gradevole spettacolo, quindi spazio alla gioia incontenibile dei francesi e l’inevitabile risvolto della medaglia con le lacrime inconsolabili dei croati.

Diamo i numeri “globali”

Si è trattato della finale con più gol nei tempi regolamentari dopo il 5-2 con il quale il Brasile vinse i mondiali di Svezia ’58 contro i padroni di casa. Peraltro proprio allora si celebrò il gol di un certo diciottenne chiamato Pelè: il gol della finale contro la Croazia di Mbappé è quello segnato dal marcatore più giovane da allora, avendo il funambolico attaccante 19 anni. Sempre a proposito di gol, è la seconda volta che la Francia vince il mondiale e anche in questo caso senza mandare mai in rete il centravanti titolare, per l’occasione Giroud. Mister Deschamps suggella un successo che lo equipara a Zagallo e Beckenbauer: tutti hanno vinto il titolo da allenatore dopo averlo fatto da giocatore. Il vento della finale non sorride poi, ancora una volta, alle squadre dell’Est europeo: si è trattato della quinta finale persa da una rappresentante di questa regione geografica dopo le due perse dalla Cecoslovacchia e le due perse dall’Ungheria. Tra i 19 figli di origini non francesi sui 23 convocati dalla rosa vincente, solo due non sono nati in Francia: si tratta di una seconda generazione di francesi provenienti in buona parte dell’Africa. Uno poi, Varane, ha avuto ben pochi elogi mediatici ma, ancora giovanissimo, ha vinto l’undicesima finale su undici disputate in carriera: solo quest’anno si è già aggiudicato Champions League con il Real Madrid e finale mondiale con la sua Francia. Infine, per la seconda volta nella storia, su sette edizioni in cui è stato assegnato il premio, il “Guanto d’oro” va ad un portiere belga: dopo Preud’Homme, nel ’94, ora è Courtois il migliore tra gli estremi difensori.

 

 

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