Mondiali di sci: al via lo show di Cortina, con falsa partenza

Al via nel fine settimana l’attesa kermesse di sci, con tanto di gemellaggio con il Carnevale Venezia e la presenza dei cantanti Gabbani e Nannini. Uno spettacolo a porte chiuse, insidiato dal maltempo
(Jean-Christophe Bott/Keystone via AP)

È iniziata nell’ultimo fine settimana, a Cortina d’Ampezzo, la sfida mondiale più ardua: portare lo sport della neve tra i disagi causati dalla pandemia di Covid-19, con la speranza di scrivere una nuova pagina della storia sciistica. L’obiettivo è trasformare spettacolo sportivo e agonismo in un segno tangibile della possibilità di guardare oltre un momento difficile a tutti i livelli, che naturalmente impatta gravosamente anche su tutto il movimento sciistico. La cerimonia di apertura della rassegna ha costituito l’occasione, in questo senso, per tentare di porre sotto i riflettori del mondo l’orgoglio di una città, rappresentata dal sindaco Gianpietro Ghedina, inserita in un contesto culturale unico nel suo genere. «Questi mondiali sono il simbolo dell’Italia che riparte e vince», le sue parole più significative.

La rassegna animerà fino al 21 febbraio le piste della località dolomitica duramente colpita, come tanti altri comparti del nostro paese, dalle chiusure degli impianti per turisti, amatori e appassionati non professionisti. Cortina diventa di nuovo grande protagonista dunque, 65 anni dopo le Olimpiadi invernali. A ricordarlo, sul palco allestito davanti alla stazione, dal quale ha cantato il tenore Piotr Beczala, le suggestioni del Carnevale di Venezia ma anche quelle dell’Arena. Una partenza segnata dalla musica, con due artisti come Francesco Gabbani e Gianna Nannini, ma anche con Jacopo Mastrangelo, giovane diventato famoso per aver suonato dalla terrazza di casa affacciata su Piazza Navona nei giorni del primo lockdown.

Sotto una nevicata sempre più fitta, dal palco sono arrivati messaggi di grande fiducia sul buon esito della manifestazione: «Sarà un grande Mondiale, voluto con molto impegno da parte di tutti» ha sottolineato il presidente della FISI, Flavio Roda. «Quattro volte abbiamo provato a portare qui i Campionati del Mondo – ha aggiunto il presidente della Fondazione Cortina 2021, Alessandro Benetton – e non ci siamo mai arresi. Abbracciati al bellissimo ricordo ormai lontano delle Olimpiadi del ’56, volevamo crederci. Sono arrivati i Campionati del Mondo ma non sono finite per noi le sfide, la pandemia, lo stesso nemico che combatte tutto il mondo».

Ma alla fine la determinazione ha pagato. «Abbiamo voluto continuare a guardare avanti – ha osservato Benetton – ad essere fiduciosi del futuro perché il futuro non aspetta. Abbiamo fatto appello ai valori più profondi e antichi dello sport. Lo sport è sfida ma è anche inclusione, fratellanza». A testimonianza di uno sforzo comune, che vuole anche raccontare l’Italia: «Abbiamo fatto tutto questo anche grazie a dei valori che il nostro Paese meglio di qualunque altro sa rappresentare – ha puntualizzato -. Valori che sono la capacità di adattamento, di trovare soluzioni nei momenti più difficili, di fare squadra. Siamo qui oggi – ha concluso – perché abbiamo fatto squadra».

Una partenza tuttavia macchiata dalla forte nevicata che ha imposto la cancellazione della combinata femminile. Ma Kristian Ghedina, ex campione e ambasciatore di questi Mondiali di sci, ha commentato: «Purtroppo siamo partiti con un po’ di sfortuna e oggi la neve ha causato l’annullamento della prima gara. Le previsioni dicono però che il meteo volgerà al bello tra un paio di giorni». Rimane altresì il rammarico di vedere un mondiale anomalo a porte chiuse, anche se, secondo l’ex campione azzurro, se non altro gli atleti non ne dovrebbero risentire eccessivamente: «È diverso rispetto al

L’azzurra Sofia Goggia (AP Photo/Marco Tacca)

calcio. Lo sforzo è molto intenso, concentrato in poco tempo. Serve grande concentrazione. Il pubblico viene dopo, è una bella cornice che rende più bello lo spettacolo, soprattutto quando si taglia il traguardo, ma secondo me non influisce sulla prestazione dello sciatore». Interpellato poi su chi punterebbe Ghedina per le soddisfazioni azzurre, ha risposto: «con Sofia Goggia avevo previsto cinque medaglie, così mi auguro che si arrivi almeno a tre, spero anche quattro».

Inevitabile ovviamente chiamare in causa, per Ghedina come chiunque altro appassionato, la sfortunata campionessa bergamasca, messa ko, come abbiamo raccontato la scorsa settimana, da un infortunio proprio alla vigilia della kermesse. «Sarà comunque un grande mondiale. Tiferò per le mie compagne dal divano», ha dichiarato la grande assente intervenuta, in collegamento video, alla cerimonia di apertura della competizione iridata. «Sicuramente non è un momento facile – le sue parole – mi piange il cuore a partecipare solo in veste di ambasciatrice». Una ragione in più, per la squadra azzurra, per onorare la maglia in casa e lottare fino all’ultimo centimetro anche per chi, come la Goggia, avrebbe fatto di tutto per esserci.

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