Mondiali in vasca corta: bene per un’Italia lungimirante
Giunge ai titoli di coda la stagione del nuoto con l’ultimo appuntamento dell’anno a Budapest, in Ungheria ma per l’Italia sembra essere appena iniziata una nuova stagione di un nuoto che guarda al futuro e pensa già a Los Angeles.
Il bilancio
Dopo un’annata impegnativa, come lo è sempre l’anno dei Giochi Olimpici, ecco calare il sipario sulla stagione del nuoto nella vasca da 25 metri della Duna Arena dal 10 al 15 dicembre a Budapest. Un mondiale che, se in parte ha visto la solita stanchezza che contraddistingue i nuotatori nel periodo post-olimpico, dall’altra parte ha già visto anche la grinta di chi, al prossimo appuntamento olimpico, vuole fare bene, soprattutto a casa propria. Dove si colloca l’Italia tra queste due frazioni? Facciamo un breve bilancio per cercare di capirlo insieme.
La squadra tricolore conclude la competizione intercontinentale con 9 medaglie (un oro, 5 argenti e 3 bronzi), 30 presenze in finale, 24 primati personali di cui un record europeo, 5 record italiani e un record mondiale giovanile, oltre a 5 record italiani di staffetta. La formazione guidata dal direttore tecnico, Cesare Butini chiude, inoltre, al quarto posto nella classifica per nazioni con 578 punti alle spalle di Stati Uniti − che ne colleziona quasi il doppio −, gli atleti neutrali e l’Australia. Considerando la sola graduatoria maschile, è terza e quinta in quella femminile. Nel medagliere generale la spedizione azzurra è ottava ma al quinto posto per numero di medaglie. Questi i numeri dei nostri azzurri nell’ultimo appuntamento stagionale che ci fa dire bene, ma non benissimo per il nostro team che ha deciso che è il momento di seminare per raccogliere dopo i frutti.
Ma intanto partiamo dai nostri protagonisti di questa rassegna intercontinentale.
Gli azzurri partono subito alla grande con la 4×100 sl maschile che, seppur orfana di Ceccon, si conferma – con Miressi, Deplano, Zazzeri e Frigo − per l’ennesima volta ai massimi livelli e chiude al secondo posto dietro agli Usa che registrano il nuovo record del mondo. Continua poi sulla stessa linea d’onda uno straordinario Alberto Razzetti che porta a casa ben 3 medaglie individuali e fa registrare un nuovo record europeo. Sono suoi infatti il bronzo nei 400 misti, l’argento e nuovo record italiano nei 200 misti e argento e record europeo nei 200 delfino con un fantastico 1.48.64 che migliora lo storico record europeo di Laszo Cseh che resisteva da ben 15 anni.
Si fa attendere, invece, il primo e unico oro della rassegna portato a casa dalla staffetta 4x50sl mista composta da Deplano, Miressi, Di Pietro e Curtis capaci di imporsi per un decimo sulla sorprendente Polonia. Passando alle distanze più lunghe, ecco finalmente un argento nei 1500 per la nostra Simona Quadarella che torna sul podio dopo i due “legni” olimpici. E infine, bronzo per la staffetta 4×200, argento per Lorenzo Mora nei 200 dorso e il bronzo della 4×100 mista dello stesso Mora con Viberti, Busa e Miressi.
Uno sguardo al futuro
Nove medaglie, di certo niente male per i nostri azzurri che portano a casa il terzo miglior risultato di sempre in questa competizione, ma comunque un pizzico di amarezza pensando a come questo numero sarebbe potuto salire senza le assenze di tre grandi big: Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi e Gregorio Paltrinieri. Certo, una scelta che fa un po’ discutere ma che è comunque segno di lungimiranza per il nuoto azzurro che sta già pensando al cambio generazionale e si prepara in ottica olimpica.
«Abbiamo cercato di avviare e favorire il ricambio generazionale». Queste le parole del direttore tecnico che continua affermando: «Gli atleti esperti come Razzetti, Quadarella, Mora, la sorprendente Di Pietro e quelli più giovani come Curtis, D’Ambrosio, Busa hanno supplito le mancanze di tanti campioni tra cui Paltrinieri, Ceccon e Martinenghi. Siamo stati protagonisti ugualmente e abbiamo dimostrato le potenzialità di un gruppo eterogeneo. Il bilancio è ovviamente positivo». Questo il parere del direttore tecnico che, come altri, ha già deciso di puntare a Los Angeles con dei giovanissimi che stanno iniziando ad affacciarsi sulla scena mondiale per potersi far trovare pronti nei prossimi appuntamenti a 5 cerchi. Una scelta lungimirante e che ripagherà, quindi, ma che, forse, arriva anche troppo in ritardo visti i risultati di un mondiale da record con ben 30 primati mondiali, 9 dei quali battuti dalla statunitense Walsh, autentica regina della manifestazione e degli Stati Uniti che, in questa edizione, hanno deciso di non limitarsi portando ben 39 medaglie a casa, a dimostrare che a Los Angeles ci saranno anche e soprattutto gli States.
«Abbiamo visto come il mondo abbia accelerato, proponendo degli atleti fenomenali. Noi stiamo rispondendo da squadra, con densità e punte», conclude Butini e noi speriamo che, nel quadriennio che sta per iniziare, anche i nostri azzurri possano accelerare per stare al passo con il resto del mondo. I giovani e vecchi talenti ce li abbiamo già, lo sguardo al futuro è più presente che mai e adesso non ci resta che attendere il nuovo inizio di stagione per cominciare a raccogliere i frutti che sono stati seminati.
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