Mondiali di sci al via
Garmisch-Partenkirchen, in Germania ospiterà fino al 20 febbraio una gara esaltante ma pericolosa. Si studiano provvedimenti per la sicurezza
Trentatré medaglie in palio per tredici giorni di grande spettacolo. Iniziano martedì 8, per concludersi sabato 20 febbraio, i Mondiali di sci alpino ospitati quest’anno dalla città bavarese di Garmisch-Partenkirchen. Si tratta dell’appuntamento clou di una stagione che, fino a questo momento, non ha regalato grandi soddisfazioni alla squadra azzurra.
Nessuna vittoria, qualche podio qua e là, e l’impressione che non si riesca a far rendere al massimo i talenti (e sono tanti) a disposizione dei nostri tecnici. Colpa di questi ultimi o degli stessi atleti? Difficile dirlo, fatto sta che i vari Moelgg (Manfred e Manuela), Heel, Innerhofer, Blardone, Brignone, Karbon, Fanchini (Elena, la sorella Nadia non ci sarà a causa dell’ennesimo problema fisico) potrebbero salire sul podio in ogni gara, se solo riuscissero a trovare un po’ di continuità. Per non parlare di Dominik Paris (sbocciato proprio in questa stagione), Peter Fill (che ancora non ha recuperato al meglio dall’infortunio della scorsa stagione), Daniela Merighetti (la più continua fra le donne-jet azzurre) e, ovviamente, Giuliano Razzoli. Il campione olimpico di slalom non si è confermato ai livelli di Vancouver (solo un podio quest’anno), ma nella gara singola può nuovamente tornare assoluto protagonista.
Insomma, le speranze ci sono, anche se di valanga azzurra proprio non si può parlare. Le nazioni guida, infatti, sono altre: dagli Stati Uniti di Vonn e Miller alla Svizzera di Janka e Cuche, dall’Austria dei fidanzatini Raich e Schild alla Germania di Riesch e Rebensburg. E poi occhio al norvegese Svindal, alla francese Worley, alla finlandese Poutiainen e, soprattutto, al croato Kostelic, prossimo a conquistare la Coppa del Mondo assoluta.
Ma pronostici a parte, sul panorama del circo bianco incombe il problema sicurezza. Il grave infortunio occorso all’austriaco Johann Grugger, caduto nelle prove della discesa di Kitzbuehel e tenuto in coma farmacologico per undici giorni, ha richiamato l’attenzione sui rischi di uno sport spettacolare sì, ma a volte eccessivamente pericoloso. Tanto si è fatto negli anni, ma non basta. Perché con materiali sempre più veloci, servono provvedimenti adeguati. L’ultima proposta, suggerita dalla Dainese (azienda leader nella produzione di abbigliamento protettivo per chi pratica sport) e accolta dalla federazione internazionale, pone gli sciatori sullo stesso piano dei motociclisti. Presto, probabilmente a partire dalle Olimpiadi di Sochi 2014, i discesisti indosseranno tute dotate di veri e propri airbag: si tratta di sacche d’aria che si aprono in caso di caduta, proteggendo collo e torace. Sperando che la frenetica rincorsa alla velocità più estrema vada di pari passo con la costante attenzione alla sicurezza degli atleti.