Il momento d’oro dell’Italtennis
Fabio Fognini, Marco Cecchinato e Matteo Berrettini: sono i tre alfieri di un movimento tennistico che, mai come in questi giorni, sta festeggiando successi a ripetizione. Una serie di vittorie da record, cominciata lo scorso 22 luglio col trionfo di Fognini all’Open di Svezia: il ligure aveva battuto Richard Gasquet 6-3, 3-6, 6-1. Lo stesso giorno era toccato a Marco Cecchinato, reduce dalla splendida semifinale al Roland Garros, alzare al cielo il trofeo del torneo di Umago: il tennista di Palermo, sulla terra rossa croata, era riuscito a piegare l’argentino Guido Pella in due set (6-2, 7-6). All’età di 22 anni e pochi mesi, poi, è arrivato per Berrettini il momento di festeggiare la sua prima affermazione in un torneo del circuito maggiore, vincendo in finale a Gstaad contro lo spagnolo Roberto Bautista Agut al termine di un incontro molto tirato: 7-6 (9), 6-4 il punteggio conclusivo, in una partita nella quale il diretto interessato si è reso conto di aver giocato «il miglior tennis della carriera».
La ciliegina sulla torta è arrivata ieri e porta ancora la firma di Fabio Fognini, schizzato così al numero 14 della classifica Atp: l’atleta di Arma di Taggia si è aggiudicato l’Open di Los Cabos (Messico), arrivando a quota otto tornei vinti in carriera, tre quest’anno dopo Bastad e San Paolo. Si tratta, in particolare, della sua prima vittoria sul cemento e, soprattutto del primo successo arrivato contro un top 10. Lo sconfitto di giornata è nientemeno che l’argentino Juan Martin del Potro, numero 3 al Mondo dietro i giganti Nadal e Federer. Fognini si è aggiudicato la finale in terra messicana imponendosi in maniera netta e inequivocabile, dopo un 6-4, 6-2 che lo ha visto in difficoltà solamente a inizio match, quando l’azzurro si è ritrovato sotto 3-0: l’atleta ligure però ieri si trovava in giornata di grazia ed è riuscito a raddrizzare la situazione aggiudicandosi cinque giochi di fila e indirizzando in maniera netta una partita mai più in discussione.
«Essere riuscito a vincere contro un giocatore come Del Potro – ha ammesso Fognini dopo il trionfo – mi dà una gran carica: ho sempre saputo che prima o dopo ce l’avrei fatta a superarlo. Uno degli obiettivi della mia carriera era vincere un torneo sulla superficie veloce (l’ultimo italiano a farlo era stato Sanguinetti nel 2002, ndr) e battere un top player: sono felice e soddisfatto – conclude il ligure – anche per come il mio gioco è migliorato nel corso della settimana». Il prossimo impegno del miglior tennista italiano sarà a Toronto dove, proprio in coppia con Del Potro, giocherà il torneo di doppio.
Due settimane così, il tennis azzurro al maschile, non le aveva mai vissute: neanche ai tempi d’oro, in quel 1977 in cui Panatta, Barazzutti e Bertolucci avevano impiegato quasi un mese per vincere 4 tornei. Questa è senza dubbio un’annata da record, segnata dall’irrompere sul proscenio principale del talento di Cecchinato e della freschezza di Berrettini, con un Fognini che rimane, nonostante i suoi alti e bassi, la guida indiscussa del nostro movimento. Sono due gli obiettivi a medio-lungo termine del ragazzo di Arma di Taggia: raggiungere i dieci tornei vinti da un mito come Adriano Panatta e, non per ultimo, riuscire ad agguantare i Masters di Londra, a cui accedono i migliori otto tennisti al Mondo. I tornei a disposizione per raccogliere un risultato storico ci sarebbero ancora: in un anno di numeri straordinari, questa sarebbe una gustosissima ciliegina sulla torta.