Modifiche alla legge 40, quali le conseguenze?

L'abrogazione dell'articolo che vietava la fecondazione eterologa lascia un vuoto normativo in un settore delicatissimo. Le preoccupazioni del ministro della Salute e il parere di un medico
Medico e paziente

La Legge 19 febbraio 2004 n. 40, “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”, è formata da 18 articoli che regolamentano per intero questo delicatissimo settore.

Con questa legge, che nel 2004 fu approvate in un clima di acceso dibattito e di forte contrapposizione ideologica, non si confrontano solo i desideri e le speranze di migliaia di coppie nell’impossibilità di avere figli. Devono necessariamente partire dalle normative vigenti, infatti, anche gli interventi a tutela della salute della donna e le garanzie a protezione dei nuovi nati: aspetti cruciali, in un settore della medicina in rapida evoluzione ed estremamente complesso, nel quale l’applicazione delle nuove tecnologie ha massicce ricadute sul piano etico, sociale ed antropologico, soltanto in parte prevedibili e immaginabili.

Forse è necessario partire da qui, per meglio comprendere il senso di una norma che, negli anni, ha fatto parlare di sé quasi soltanto per i divieti e le limitazioni che contiene. Anche nei recenti echi mediatici, successivi all’abrogazione del divieto di fecondazione eterologa (art. 4, comma 3) da parte della Corte Costituzionale, si tende a sottolinearne soltanto l’aspetto proibitivo, ora plaudendo, ora paventando, gli effetti dell’ennesima sentenza (la quinta, da quando la legge è stata approvata) che ne invalida una parte sostanziale.

Non a caso, fra le tante reazioni a caldo degli esponenti politici, le maggiori preoccupazioni sembrano proprio quelle del ministro della Salute Lorenzin, che parla di una “legge svuotata, che richiede un intervento parlamentare” e ribadisce che sono in gioco questioni “che necessitano una condivisione più ampia”.

L’introduzione della fecondazione eterologa all’interno del nostro ordinamento preoccupa non solo chi, come molti esponenti del mondo scientifico cattolico, vede il pericolo di un processo di disgregazione delle tutele dei diritti naturali degli individui e della famiglia. “Ci sono aspetti estremamente delicati, che non coinvolgono solamente la procedura medica, ma anche problematiche più ampie” sottolinea ancora il Ministro Lorenzin, ricordando a titolo di esempio anche il diritto di chi nasce da queste procedure a conoscere le proprie origini e la propria rete parentale.

In attesa di conoscere la road map del ministero della Salute per la sua attuazione, è opportuno sottolineare quanto sia grande l’effetto che hanno, in questa come in altre recenti occasioni, sentenze della magistratura che mettono in discussione  o apportano modifiche sostanziali all’impianto fondamentale delle leggi del settore.

Norme che, a prescindere dai giudizi etici e antropologici che ciascuno può maturare nella propria coscienza, hanno il delicato compito di garantire chiarezza, sicurezza e coerenza nell’erogazione di prestazioni sanitarie con rilevante impatto nella salute umana e nell’integrità del tessuto sociale.

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