Modello elevatissimo, ma imitabile
Scintilla dell’amore divino, l’amore umano non può non portare a Dio.
«Non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu». Una vera dichiarazione d’amore questa di Gesù al Padre, che acquista ancor più significato alla luce degli eventi che stavano per accadere. Siamo di fronte a un modello d’amore elevatissimo, irraggiungibile, ma che Gesù stesso, additandolo a paradigma per i rapporti fra gli uomini, ha reso imitabile anche nella relazione fra sposi, nella quale troppo spesso ci si dichiara un amore che poi non si dà.
Con esso potremmo veder illuminata anche la più vulnerabile, la più vacillante, la più spenta delle coppie; capace com’è di trasformare la routine e le fatiche quotidiane in un’avventura nella quale ognuno dei due sa accogliere i desideri dell’altro, la sua fame di dialogo, il suo bisogno di tenerezza. Così la pretesa cede il posto alla gratuità, l’autoaffermazione al servizio, l’incomunicabilità all’ascolto, l’individualismo alla reciprocità. In questo panorama i figli, dapprima ignari poi sempre più consapevoli, iniziano a muoversi sereni e sicuri.
E poiché l’amore umano è scintilla dell’amore divino, esso non può non portare a Dio, come i raggi – nei quali ciascun componente della famiglia ha imparato a collocarsi – non possono non convergere al sole. Piccoli e grandi iniziano a scoprire il filo d’oro che lega avvenimenti e cose, persone e circostanze: la volontà di Dio, vista non più come l’ineluttabile cui rassegnarsi, ma la chiave per riconoscere l’amore di Dio.
Dobbiamo lavorare, studiare, riposare, dialogare, mangiare, giocare, riordinare la casa, occuparci insomma delle mille cose della vita? Possiamo trasformare tutto in amore, basta che ci innestiamo nel volere divino, che vuol dire rispondere consapevolmente al piano che Dio ha su di noi nell’attimo presente. Nasce un fratellino? Dio si fida di noi e vuole allargare la sua famiglia sulla terra. I soldi scarseggiano o abbondano? Dio vuole fare con noi come con i gigli del campo e gli uccelletti del cielo; o vuole servirsi di noi per le necessità degli altri. Qualcuno si ammala? Dio vuole vederci praticare l’amore scambievole. Qualcuno è sotto esami? Affidiamolo al Padre: egli vuole che confidiamo in lui. La vicina non sa a chi lasciare il piccolo quando porta a scuola il più grandicello? Facciamolo stare con noi, così ci alleniamo a vivere come fratelli: è ciò che Dio vuole da noi. Al di là dell’oceano qualcuno ha perso tutto in un uragano? Permettendo un male per ricavarne un bene, Dio vuole che ci adoperiamo anche concretamente per fare dell’umanità una sola famiglia.
Egli ha tratteggiato per ciascuno di noi un disegno che passa anche dalla nostra famiglia. Sta a noi fare la sua volontà e insegnare ai nostri figli a fare altrettanto, per camminare nel mondo col Risorto.