Mnangagwa presidente

Dopo settimane di polemiche sulla regolarità della sua elezione, ritenute fraudolente dall'opposizione, Emmerson Mnangagwa ha finalmente giurato domenica 26 agosto 2018 nello stadio di Harare
AP Photo/Tsvangirayi Mukwazhi

Il presidente della Repubblica dello Zimbabwe, Emmerson Mnangawa, ha giurato ufficialmente la sua fedeltà alla repubblica domenica 26 agosto davanti ad una folla festante  e a diversi capi di Stato africani. Tra questi erano presenti il sudafricano Cyril Ramaphosa, lo zambiano Edgar Lungu, il ruandese Paul Kagame e il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Joseph Kabila. È chiaro che, con la loro presenza alla cerimonia di investitura del loro pari, hanno prestato legittimità al risultato delle elezioni presidenziali.

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Naturalmente, i risultati sono stati contestati dall’opposizione che ha mobilitato i suoi attivisti nelle strade della capitale per protesta. Dimostrazioni a cui il governo ha risposto il 1° agosto con una repressione cruenta, dal momento che l’opposizione sostiene di aver perso sei dei suoi membri uccisi dalla polizia.

Nel suo primo discorso, il presidente eletto, l’uomo che è stato soprannominato il “coccodrillo”, per il suo carattere duro e intransigente, ha chiesto l’unità del Paese. «L’incidente isolato e sfortunato del 1° agosto è stato deplorevole e totalmente inaccettabile», ha detto annuncando poi «la nomina di una commissione d’inchiesta».

L’Mdc, il principale partito di opposizione, ha contestato i risultati elettorali presso la Corte costituzionale, ma la più alta corte del Paese ha finalmente convalidato il voto venerdì, affermando che l’opposizione non ha saputo dimostrare tali irregolarità.

Judges are seen during the inauguration ceremony of Zimbabwean President Emmerson Mnangagwa, at the National Sports Stadium in Harare, Sunday, Aug. 26, 2018. (AP Photo/Tsvangirayi Mukwazhi)
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Il 75enne Emmerson Mnangagwa è salito al potere lo scorso novembre succedendo a Robert Mugabe, che ha governato per 37 anni. Quest’ultimo è stato costretto a dimettersi dall’esercito e dal suo partito, l’Unione nazionale africana dello Zimbabwe – Fronte patriottico (Zanu-Pf).

Il nuovo presidente si ritrova un Paese in gravissima crisi sociale ed economica. Lo Zimbabwe sta in effetti vivendo una catastrofica fase economica e finanziaria, eredità della scellerata gestione del Paese lasciata dal suo predecessore, con un tasso di disoccupazione superiore al 90% della popolazione, cifre da far accapponare la pelle anche al più duro dei politici, come sarebbe appunto il “coccodrillo”. Il nuovo presidente non può far altro, allora, che esortare i suoi compatrioti a mettersi al lavoro per rimettere in piedi tutti insieme l’economia del Paese in rovina.

 

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