Mistica e profezia

Il futuro della vita religiosa è nella forza della sua mistica e profezia. L'assemblea plenaria dell'Unione Internazionale delle Superiori Generali (UISG).
Assemblea UISG 2010 1
“Vogliamo prendere con impegno la chiamata ad essere mistiche tutti i giorni e a rispondere in maniera profetica ai bisogni della Chiesa e del mondo”. Con queste parole sr. Maureen Cusick, presidente dell’Unione Internazionale Superiore Generali (UISG www.uisg.org), ha presentato i lavori dell’assemblea plenaria che si è tenuta a Roma dal 7 all’11 maggio e che ha visto riunite 800 superiore generali da 87 paesi di tutto il mondo.

 

Il tema dell’assemblea: “Conosco bene la fonte che zampilla e scorre, anche di notte…” (san Giovanni della Croce), è stato presentato in un comunicato che tra l’altro recitava: “La vita religiosa vive oggi una situazione di profonda ricerca, di creatività e potatura. Lo Spirito, che in noi dimora, non cessa di dissetarci con l’acqua della Fonte, Fonte che egli sempre alimenta e con la quale ci seduce e ci innamora, chiamandoci ad illuminare di luce profetica le situazioni di oscurità e ad abitare con coraggio nuovi orizzonti”.

 

Ciro García, ocd, Judette Gallares, rc, Liliane Sweko, sndden, Rabbi Arthur Green e Bruno Secondin, ocarm, nelle loro relazioni hanno messo a fuoco, attraverso varie prospettive, la dimensione mistica e profetica della vita religiosa, evidenziando in modo suggestivo le sfide e le speranze capaci di illuminare il buio nella Chiesa e nel mondo.

 

"In un mondo oscurato dalle tragedie, guerre, violenze e dal disprezzo dei diritti umani, – ha detto sr. Liliane – la vita religiosa deve inventare nuovi percorsi e nuove capacità, non solo per mantenere acceso il fuoco di Dio, ma anche per trovare nuove opportunità per abbracciare il mondo, in una maniera più profonda e totalmente nuova”.

 

Le relazioni e gli interventi hanno affrontato le dimensioni essenziali della vita consacrata. andando al cuore delle nuove sfide e cogliendo i nuovi areopaghi che non sono tanto i campi dell’azione e dell’apostolato, quanto lo stile e la forma di vita, dove il vissuto mistico, pur in un contesto d’esilio, genera un’esperienza profetica che si traduce in capacità di creare luoghi di comunione, di famiglia, di piccoli gesti d’umanizzazione, di carità verso i poveri. Sono state donate esperienze “di notte sino al martirio”, da cui nascono prospettive di speranza, di profezia “rami di mandorlo e pentole bollenti” che segnano il quotidiano di tante donne consacrate nel mondo.

 

 

 

 

“Anche se la notte è lunga, il giorno arriva sempre” – dice la saggezza africana rievocata da sr. Liliane – “La fede e la speranza cristiana, in questa alternanza dolorosa tra ombre e luce, fanno di noi consacrate, donne portatrici di luce, di quella fiamma di cui il mondo ha bisogno di vedere e scaldarsi. A volte questa luce e questo fuoco rimangono invisibili agli occhi del mondo, ma il mondo ne percepisce la presenza e la forza”.

 

Ascoltando le risonanze di alcune partecipanti si coglie la forza e la speranza scaturite da quest’evento. Una superiora generale degli Stati Uniti, sr. Mary, dice: “Intorno al mio tavolo c’erano donne provenienti da diversi paesi: India, Malesia, Australia, Inghilterra, Filippine, Nigeria. Dopo quattro giorni di colloqui, di scambio reciproco fra noi s’è creata una piccola 'Nazioni Unite'. Sono rimasta stupita di quanto, pur nelle differenti sfaccettature culturali, abbiamo tanto in comune. La storia della conversione di Lidia (Atti 16,11-15. 40), presentata da sr. Liliane, è stata illuminante e si è rivelata una grande sfida per noi: un richiamo a ritornare all’origine della nostra vocazione, del nostro essere chiamate, insieme, ad essere mistiche e profezia nell’oscurità, che l’umanità sta vivendo oggi. Riparto da qui nella direzione intrapresa per i prossimi tre anni con le meravigliose donne con cui ho condiviso in questi giorni. Certo accadrà qualcosa di nuovo!”.

 

Un’altra generale dall’Africa, sr. Eufemia, nel visitare, subito dopo l’assemblea, la cittadella di Loppiano, incontrando una sua consorella, studente dell’Università Sophia, ha esordito: “La spiritualità dell’unità di Chiara Lubich è la chiave per realizzare quanto è emerso nell’Assemblea”.

 

“Le intuizioni che abbiamo ricevuto durante la nostra rilettura della storia di Lidia possano essere l'inizio di una nuova Pentecoste nella nostra vita religiosa di oggi” – conclude la sua relazione sr. Judit -. “Sia un invito per noi, discepole di oggi, a conoscere e riconoscere il gran numero di donne che continuano ad assumersi il compito profetico perché la chiesa rifiorisca in un mondo che ha sofferto e soffre così tante divisioni, violenza, sfruttamento e disillusione. Lo Spirito è la forza, dentro e intorno a noi, che ci permette di vivere le nostre esperienze di continua conversione, come ha fatto Lidia, e di offrire quindi la nostra ospitalità generosa come un segno della presenza e del regno di Dio in mezzo a noi".
 
      
 

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