Missoni, l’Arte, il Colore
Nel 1953, Ottavio e Rosita Missoni decidono di fermarsi a Gallarate, nel varese, e proprio qui aprono il loro primo laboratorio di maglieria. È la città dove tutto inizia, dove nascono e vengono messe in pratica le prime idee e che ha ispirato lo stilista nelle sue creazioni.
Oggi, dopo anni di distanza, la città decide di ringraziarlo dedicandogli una mostra. Fino al 15 novembre, al Ma*GA, potremmo visitare l’evento: “Missoni, l’Arte, il Colore”. Il percorso espositivo si divide in varie tappe, che consentono al visitatore di riscoprire le principali caratteristiche della genialità di Missoni. Si parte con una video-installazione di Ali Kazma, una casa di moda nata nel 2009 e che racconterà con un filmato lo stretto rapporto tra tradizione, artigianato e modernità. Dopo questa breve introduzione siamo introdotti nella stanza “Le Radici”, qui possiamo riscoprire i primi anni di Missoni. Tra le fonti di ispirazioni ritroviamo l’astrattismo di Sonia Delaunay e Kandinsky e il Futurismo di Balla e Severini, le nuove avanguardie vengono rielaborate da Missoni che le riporta nella sue creazioni.
Iniziano anche i primi studi sul colore e le forme che hanno accompagnato la Maison per tutto il tempo. E infatti, subito si passa a nuovi ambienti. Una stanza sarà dedicata al colore, una alla materia e una alla forma. Ciò che ha reso Missoni famoso in tutto il mondo sono proprio i suoi filati e la capacità di accostare colori puri come nessun’altro aveva mai osato prima. Per le forme, la Maison invece si è sempre ispirata agli astrattisti italiani come Veronesi, Munari, Fontana.
Il visitatore viene coinvolto in un vortice di colori, sfumature, forme, sembra di percepire ovunque l’eleganza e la morbidezza del filato. Una sezione è dedicata invece ai Dialoghi, quelli tra la casa di moda e la cultura visiva italiana tra gli anni Cinquanta e Ottanta. Ma è nell’ultima sala che il visitatore riconosce e ritrova tutta la creatività dei Missoni. È qui infatti che troviamo una serie di grandi Arazzi realizzati in patchwork di tessuto e maglia. Il tutto pensato e riprodotto da Luca Missoni e Angelo Jelmini che hanno cercato di ricreare un contesto tanto armonioso quanto suggestivo e pieno di sorprese.