Qui in Brasile la quaresima è molto sentita e si moltiplicano iniziative pastorali per la “Campagna della Fraternità” che riesce a coinvolgere le 275 diocesi in un’area di otto milioni e mezzo di chilometri quadrati. Un vero miracolo di fraternità. P. Riccardo mi chiama ad una “tre sere” per parlare alla sua gente della missione ad gentes. L’ultima sera è sulla missione in città. Decido di parteciparvi. Mi trovo davanti un prete semplice, dimesso, sorridente, e con un piccolo crocifisso al collo che comincia a parlare della sua “conversione” verso i poveri che abitano sulla strada e della sua missione chiamata “Missão Belém”. Dopo di lui altri due giovani, che prima vivevano sulla strada, raccontano la loro incredibile storia e il recupero. In chiesa un silenzio ed un’attenzione mai visti. Eppure non c’era nulla delle moderne tecnologie che potesse attirare l’attenzione: niente Power Point, ma solo racconti di esperienze di Vangelo vissuto, puro. E intanto p. Giampietro  Carraro, così si chiama, narra come ha sentito una chiamata speciale a identificarsi sempre più radicalmente con i poveri di strada iniziando nel 2005, questa nuova esperienza, che conta oggi 70 consacrati/e con voti,  200 membri volontari, oltre a 7.000 amici e collaboratori presenti in 4 paesi e in 70 città. Accolgono nelle loro case più di 1.400 persone. Ma che cos’è la Missione Belém gli chiedo? “È una famiglia per chi non ha famiglia”, mi risponde. “Finora abbiamo contattato più di 20 mila fratelli che sono passati per la Missione”. Gli chiedo anche dove si trovano le comunità. Mi risponde che la maggioranza sono nello stato di São Paulo. Ma c’è una missione anche in un immondezzaio ad Haiti, Paese sconvolto dal terremoto, l’altra in Italia, ed una in Bosnia, dove la guerra ha prodotto 200 mila morti. Là diamo assistenza a 150 poveri, specialmente anziani abbandonati.
Vuoi saperne di più? www.missionebelem.com