Misericordia e verità si incontreranno
E giustizia e pace si baceranno, come dice il Salmo. Riflessioni sulla visibilità degli assassini provocati dalla camorra e di quelli procurati da infedeli servitori dello Stato.
Il tempo che si trascorre davanti ad un monitor a volte fa strani scherzi. Non si sa più se abbiamo davanti la realtà o la finzione. Così, girovagando velocemente tra le home page di alcuni quotidiani, troviamo immagini che sembrano importate da un telefilm poliziesco. Nello stesso giorno, a distanza di pochi minuti, appaiono le riprese – diffuse dalla Procura – di un omicidio avvenuto a Napoli davanti ad un bar in pieno giorno, evidente esecuzione di camorra. E poi la foto – pubblicata dai familiari – del corpo di un giovane morto per cause ignote dopo esser stato arrestato per possesso di droga. Ciò che vedo è reale o è finzione? Tutto vero, purtroppo.
Perché si pubblicano queste immagini così crude? Si direbbe proprio che il motivo risieda nella medesima istanza di verità e giustizia, espressa nello stesso modo dai soggetti che sono, in queste due situazioni, assolutamente contrapposti, Stato e cittadini. Da una parte lo Stato, che cerca collaborazione e dice ai cittadini: chi conosce questo assassino ce lo venga a dire, per favore. Dall’altra parte i cittadini (una famiglia), che si rivolge allo Stato chiedendo, in fondo, la stessa cosa: di conoscere la verità sulla morte di un figlio.
Possiamo forse anche nutrire dei dubbi sulla purezza delle intenzioni della Procura di Napoli: quale famiglia camorrista può lasciare correre il fatto che un suo killer sia stato così sprovveduto da farsi filmare? E dobbiamo davvero credere che il clan che ha “subìto” l’omicidio non cerchi una rapida vendetta? La cronaca ci dice che quelle immagini napoletane stanno effettivamente producendo risultati a catena, ben oltre quelli auspicati in origine (comunque raggiunti).
Ma non dubitiamo della sete di verità della famiglia Cucchi. Le foto del cadavere di Stefano ci fanno aprire gli occhi sulla terribile realtà carceraria di cui poco sappiamo. Prendiamo atto dell’onestà con cui il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria registra e rende note le proprie carenze organizzative e di vigilanza.
In questi faticosi percorsi all’indietro, alla ricerca di verità, rileviamo un elemento certo: Stato e cittadini sempre più spesso dovrebbero muoversi l’uno accanto all’altro e non contrapposti uno di fronte all’altro. Abbiamo, in fondo, le stesse istanze di giustizia, di pace, di verità da non tacere e da far valere utilizzando tutti i mezzi disponibili, anche quelli di forte impatto sociale ed emotivo.
Le parole dell’antica profezia che l’Avvento ci ripropone con bellissima immagine – misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno – possono realizzarsi gia qui, ora, tra noi.