Miracolo di luce

Giovani e panettoni tra i detenuti di San Vittore 
carcere san vittore
Nella folla natalizia che calpesta le strade di Milano, si rincorrono pensieri, riflessioni. Domande. Domande di sempre, dalla ricerca del senso da dare a questi giorni, a quelle più urgenti e crude: da come arrivare alla fine del mese, alla paura di perdere il lavoro.

 

Se nel Natale della crisi il Comune di Milano ha ripreso dai magazzini le vecchie luminarie, e le ha appiccicate su, anche se di bello hanno ben poco, l’aria che si respira è di sobrietà. Meno sprechi, meno regali inutili. La confidenza è della titolare di un boutique del centro. Natale a Milano profuma di solidarietà, in fondo questa crisi, può diventare una grossa opportunità che chiama condivisione, meno egoismo.

 

Reciprocità. Ci sono le cifre storiche dell’Opera San Francesco per i poveri: qui i frati cappuccini distribuiscono giornalmente in media 2215 pasti,  233 docce  40 cambi d’abito. Nel 2010 sono stati distribuite 2000 coperte,  1063 lenzuola, 4416 giubbotti,  589 sacchi a pelo, 3335 paia di scarpe. Ora il Fondo Famiglia e lavoro istituito nel 2008 dal Card Tettamanzi al 22 dicembre 2011 ha raccolto 13.713.407,86 euro.

 

Tantissime sono le iniziative che in questo periodo si sono moltiplicate attraverso le parrocchie, in favore di singoli e famiglie in difficoltà. Sono «le molte energie che tante donne e tanti uomini dedicano alla condivisione del bisogno dell’altro dando vita ad una infinità di segni di speranza». Così le ha chiamate il card. Scola durante lo scambio di auguri natalizi con i giornalisti.

 

Ma l’iniziativa più commovente è stata senza dubbio quella messa su dai Giovani per un Mondo Unito: portare, in occasione del Natale, un panettone per cella ai detenuti del Carcere Milanese di San Vittore. I giovani hanno lanciato una sfida anzitutto a se stessi, poi al mondo intero: non compreremo nemmeno un panettone, né cercheremo chi faccia una donazione massiccia. «Parleremo di quel mondo oscuro che sta dietro il muro di cinta. Parleremo per le strade, nelle scuole, agli amici ed in famiglia. Parleremo di loro, di quelli che non ci importa se sono buoni o cattivi, colpevoli o innocenti, ma che certo hanno bisogno di un gesto di amore. Sapete, quell’amore di slancio, quell’amore che esagera, che è gratuito. Quei gesti che non sono un soccorso ad una carenza, ma un di più inutile. Spreco? Sì, perché no? Chiamiamolo con il suo nome: spreco».

 

Si puntava a raccogliere almeno 450 panettoni, uno per cella, da raccogliere tra gli amici e i compagni di classe. Una proposta da lanciare a tu per tu. Si parte: i panettoni diventano presto 500, poi 1000, poi 1400, infine si è perso il conto. In carcere, a ricevere i panettoni, c’erano 1553 uomini e 96 donne. Pare che nessuno sia restato senza.

 

« Oggi – racconta un giovane – siamo stati a portare i panettoni a san Vittore: più di 1500! Eravamo una bella squadra, chi li scaricava dai furgoni, chi li metteva nei sacchi neri, chi li portava fino al metal detector… ce n’era per tutti insomma. Poi quattro di noi hanno avuto il bellissimo regalo di poter portare i panettoni da distribuire nelle celle. Penso sia impossibile descrivervi l’emozione nel varcare la soglia delle celle, dare il panettone uno ad uno a ogni detenuto e vedere la loro gioia, il loro stupore, la loro gratitudine. Non solo per la prima volta dopo tanto tempo non vedevano solo guardie e compagni di cella… ma li andavamo a trovare portandogli un dono, un dono perché loro potessero passare bene il Natale».

 

E uno dei cappellani: «E siamo noi, ancora una volta, ad aver ricevuto il dono più bello. Quello di aver visto i volti di questi giovani mentre distribuivano i panettoni. Quello di aver visto gli occhi di chi li riceveva. Quello di poter immaginare le mani di bimbo, anziano o chissà chi, che li hanno donati. E quello infine di potervi raccontare come testimoni questo silenzioso miracolo di luce avvenuto oggi negli inferi di San Vittore».

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