Miracolo a Rimini

Per far fronte all’emergenza freddo Antonietta Curcio apre le porte del suo albergo per dare ospitalità a mendicanti, barboni, ragazze madri.
Barboni

Dici Rimini e intendi divertificio. La fabbrica delle vacanze a misura di giovani e famiglia. Dici Hotel Britannia e sembra di entrare nel mondo delle favole. Di giorno si presenta come un tre stelle moderno ed elegante come ce ne sono tanti a pochi passi dal lungomare. Di notte si trasforma in un luogo di accoglienza per barboni, mendicanti, ragazze madri.

Antonietta Curcio in Cimino, la titolare dell’albergo, ha infatti deciso di aprire le porte agli invisibili: le prime vittime dell’emergenza freddo. Tutto nasce da un sogno. Antonietta, 60 anni, originaria di Atena Lucana, in provincia di Salerno, è segnata da un grande dolore. Ha perso il suo secondogenito, Osman, a soli 31 anni, in un incidente stradale. Era il 25 aprile del 2003. Quasi tre anni dopo, un sogno diverso dagli altri. È la notte del 24 gennaio del 2006. «Anche quella volta – ci racconta –, come spesso mi capita, sognai Osman. Era un periodo terribile, avevo perso qualsiasi interesse nella vita. Nel sogno gli chiesi di portarmi via con lui. Mi rispose: “No, mamma, tu devi vivere, puoi ancora aiutare tanta gente”».

 

Il sogno è così vivo che Antonietta si sveglia e non riesce più a dormire. Decide di recarsi a piedi all’Hotel Britannia. Fuori fa molto freddo. C’è la neve e le strade sono ghiacciate. Durante il percorso non può non pensare al sogno e ad interrogarsi su cosa significhi e cosa potrebbe fare per aiutare tanta gente. Entra in albergo e il tepore dell’ambiente riscalda il cuore e rischiara la mente. «Ho capito – dice – che potevo accogliere i poveri che soffrivano per il freddo. Ma come fare? Dove li trovo?».

Antonietta non perde tempo e chiama l’ufficio del sindaco per fissare un appuntamento. Chiama pure don Renzo Gradara, responsabile della Caritas diocesana. Non gli racconta del sogno, ma solo delle sue intenzioni. «È un miracolo!», reagisce don Renzo, che proprio il giorno prima ha pubblicato un appello di richiesta di aiuto sui giornali locali per i barboni colpiti dall’emergenza freddo. «Quanti posti – chiede ad Antonietta Curcio – hai a disposizione?». «Tutto l’albergo – si sente rispondere – e per una settimana intera». Trentatré stanze a poca distanza dal lungomare. Tutto gratis: pernottamento, colazione e camerieri. Da subito. Appena saputo, un barbone ha esclamato: «C’è Babbo Natale in giro?».

 

Dal 2006 la stessa esperienza si è ripetuta ogni anno, anche 200 poveri in una settimana: italiani e stranieri. Una settimana l’anno, quando fa più freddo. Quest’anno, a partire dal 5 gennaio, un ragazzo della Caritas, Tobias, gira per la città alla ricerca dei senza tetto. La sera chiama Antonietta che gli dice ogni sera quante camere ha libere per accoglierli. Ogni giorno, tre, quattro, cinque persone dormono da lei. Barboni che non hanno trovato accoglienza e posto in altre strutture. «Se tutti gli alberghi lasciassero anche una sola stanza a disposizione nei mesi freddi si salverebbero molte vite e non si ripeterebbe la tragedia di Bologna, dove un neonato ha perso la vita per il freddo». Il gesto più bello lo ha ricevuto da un mendicante. Ha aperto una busta di plastica ed ha tirato fuori un rametto d’orchidea per suo figlio Osman. «Perché so che è per lui che sono qua».

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