Mio padre anziano

Mio padre, anziano, vive con la mia famiglia da alcuni anni. Mia moglie ed io abbiamo sempre cercato di seguirlo con affetto e i nostri figli sono attaccatissimi al nonno. Purtroppo però ora la sua salute sta peggiorando e richiede cure impegnative. Cominciamo a chiederci se non diventerà necessaria un’altra soluzione, ma abbiamo tanti scrupoli al pensiero di allontanarlo da casa. Cosa ci consigliate?. Giacomo F. – Frosinone Una vita di famiglia allargata a più generazioni presenta certamente delle difficoltà, ma contiene anche una grande ricchezza: ciascuno sperimenta ogni giorno la diversità di esigenze e di risorse, si esercita nell’equilibrio tra diritti e doveri condivisi e scopre in sé stesso e negli altri nuovi aspetti del carattere. Quando le condizioni lo permettono (e a volte lo richiedono), l’a- pertura degli spazi domestici al nonno, alla nonna o a qualsiasi altro parente in necessità, è un grande passo avanti nella costruzione della piccola comunità fatta dai genitori con i loro figli; è anche segno di maturità e di libertà, perché solo chi possiede una ricchezza può offrirla e solo chi è sicuro dei propri valori può non farsi paralizzare dalle paure. Sono tante le famiglie che testimoniano la vita piena fiorita da esperienze, a volte anche lunghe, di accoglienza di familiari bisognosi di cure e di affetto. Questa vita è traboccata sulle giovani generazioni come una preziosa dote di autentica umanità, e poi su tanti altri, direttamente o indirettamente. Hanno svolto questo delicato servizio per mesi o per anni, facendosi però aiutare da strutture sanitarie specializzate e da persone nei lavori di casa, in modo da trovare comunque i necessari momenti di riposo. Quando l’esperienza si è inevitabilmente conclusa, è rimasto in loro un ricordo dolce e riconoscente per quei giorni centellinati tra timori e speranze, quasi sospesi tra cielo e terra. Altre famiglie, non avendo tempo, spazio o possibilità adeguate, hanno curato i loro cari a distanza, assicurandosi sempre che nulla mancasse, soprattutto in termini di qualità della vita. Si sono rese spesso presenti, magari organizzando turni con altre persone di famiglia o comunque di fiducia. Anche questa soluzione permette la dinamica creativa del dare qualcosa di sé e ricevere qualcosa dell’altro. L’importante è non chiudersi nel proprio piccolo orizzonte, fatto magari di programmi rigidi e lasciarsi provocare da quell’imprevedibilità che sempre accompagna l’amore. Non si può dall’esterno consigliare altro se non di far leva sulla vostra stessa capacità di valutazione, considerando certamente indicazioni mediche e aspetti logistici e, soprattutto, rilanciando con equilibrio la disponibilità di ognuno a rimettersi in gioco in questa nuova tappa del vostro cammino.

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